Serie A Juventus, Buffon: dedica alle mani dopo il Golden Foot

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Serie A Juventus, Buffon: dedica alle mani dopo il Golden Foot
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Il portiere della Juve e della Nazionale in un post su Instagram celebra il suo “strumento di lavoro”

Alle frasi che ispirano, ai pensieri che elevano, ai silenzi che dicono più di mille parole, io ho sempre preferito le mani. Le mani che fanno. Le mani che aiutano. Le mani che si sporcano. Con le mani i neonati cercano il seno della madre. Con le mani i padri allacciano le scarpe ai figli. Da bambino guardavo le mani dei miei genitori e ricordo il lavoro, la fatica e il sacrificio. Oggi guardo le mie mani e ci vedo dentro tutti i miei sogni, realizzati e non. Con le mani si abbraccia chi si ama. Con le mani ci rialza da terra dopo essere caduti. Con le mani si scava tra le macerie dopo un terremoto. Con le mani si chiede aiuto. Ho visto mani stringersi per la gioia, mani che accolgono, mani che pregano e mani che respingono. Con queste mani, le mie mani, ho combattuto e sono diventato grande. Ho vinto e perso. Ho superato limiti e sfidato l’impossibile. Ho parato palloni e paure. Le ho tese nella continua speranza di arrivare dove gli altri si erano arresi. Ho spinto chi non aveva il coraggio di buttarsi. Ho cercato di trattenere chi voleva andar via. Io sono le mie mani. Quello che lascio qui oggi, non è l’impronta di dieci dita, ma una traccia di quello che sono, di quello che ho fatto e di quello che ancora dovrò fare. Sono onorato e orgoglioso. Emozionato e fiero. Potessi vi abbraccerei tutti, con queste mani, le mie mani.

Una foto pubblicata da Gianluigi Buffon (@gianluigibuffon) in data:

IL MESSAGGIO – Questo il testo del messaggio postato da Buffon: “Alle frasi che ispirano, ai pensieri che elevano, ai silenzi che dicono più di mille parole, io ho sempre preferito le mani. Le mani che fanno. Le mani che aiutano. Le mani che si sporcano. Con le mani i neonati cercano il seno della madre. Con le mani i padri allacciano le scarpe ai figli. Da bambino guardavo le mani dei miei genitori e ricordo il lavoro, la fatica e il sacrificio. Oggi guardo le mie mani e ci vedo dentro tutti i miei sogni, realizzati e non. Con le mani si abbraccia chi si ama. Con le mani ci rialza da terra dopo essere caduti. Con le mani si scava tra le macerie dopo un terremoto. Con le mani si chiede aiuto. Ho visto mani stringersi per la gioia, mani che accolgono, mani che pregano e mani che respingono. Con queste mani, le mie mani, ho combattuto e sono diventato grande. Ho vinto e perso. Ho superato limiti e sfidato l’impossibile. Ho parato palloni e paure. Le ho tese nella continua speranza di arrivare dove gli altri si erano arresi. Ho spinto chi non aveva il coraggio di buttarsi. Ho cercato di trattenere chi voleva andar via. Io sono le mie mani. Quello che lascio qui oggi, non è l’impronta di dieci dita, ma una traccia di quello che sono, di quello che ho fatto e di quello che ancora dovrò fare. Sono onorato e orgoglioso. Emozionato e fiero. Potessi vi abbraccerei tutti, con queste mani, le mie mani“.

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