Miha: “L’esordio di Gigio? Berlusconi non voleva…”

A quasi otto mesi dalla fine dell’avventura sulla panchina del Milan, mentre il suo Torino vola al settimo posto in classifica, Sinisa Mihajlovic si confessa al “Corriere della Sera”. E svela una serie di aneddoti e retroscena sulla sua esperienza rossonera. In primis sul suo maggior successo: l’esordio di Gianluigi Donnarumma. “Durante la settimana precedente, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez – racconta -. Io gli ho detto che aveva due possibilità: mandarmi via e mettere Diego Lopez o tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto. Per fortuna. Sua”.

il trentesimo anno — Sono diversi i rammarichi di Mihajlovic. Il più grande, forse, è quello di essere capitato al Milan nel momento sbagliato. “Berlusconi per 29 anni su 30 è stato il più grande presidente di sempre del calcio – spiega -. Il 30° anno è stato il mio”. L’attuale tecnico del Torino, però, rivendica con orgoglio di aver lasciato in eredità al suo successore un Milan più forte. Anche grazie agli altri giovani. “Senza di me Romagnoli non sarebbe mai venuto a Milano, perché nessuno voleva spendere 25 milioni. Quella cifra era esagerata allora, ma in prospettiva non lo era. Anche quella volta ho convinto il presidente – prosegue -. Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: ‘pres, facciamo così, se quando vorrà rivendere Romagnoli lo fa per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di più, facciamo a metà'”. Infine, c’è Niang. “”Con me ha giocato titolare, mi sono esposto io per non farlo vendere a gennaio, perché doveva andare al Leicester – conclude -. Senza lui, Romagnoli e Donnarumma, il Milan oggi sarebbe meno forte. E meno ricco”.

 Gasport 

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