Ancelotti spiega Berlusconi “Solo critica costruttiva”

Non importa quanto si sia bravi, potenti o importanti, tutti hanno bisogno di essere criticati. Un po’ per tenere sempre i piedi per terra, un po’ perché, effettivamente, la perfezione non esiste. Certo, bisogna distinguere fra critiche positive e negative, costruttive e distruttive. Sono però proprio le critiche che possono spingere verso il successo. “La cosa bella di Berlusconi – racconta Ancelotti a Die Welt – è che mi criticava solo al termine di partite nelle quali il Milan aveva giocato bene. Cercava di darci nuovi stimoli”. Stimoli che hanno portato 8 trofei dal 2001 al 2009.

DIFFERENZE — – Juventus, Milan, Chelsea, Psg, Real Madrid e ora il Bayern. Di grandi squadre Ancelotti ne ha allenate molte. Società nelle quali l’unica cosa che conta è vincere. Non tutti però sono in grado di guidare società con queste ambizioni: “Berlusconi criticava quando il Milan andava bene – ricorda Carletto –. Quando facevamo male ci sosteneva. “Non vi preoccupate, vi sosteniamo, crediamo in voi”, ci diceva. Nei momenti di difficoltà non avrebbe mai gettato benzina sul fuoco”. Eppure le intromissioni di Berlusconi nei discorsi tattici hanno tenuto banco per anni: “Lui amava immischiarsi – ammette Ancelotti –. Ma lo faceva in momenti positivi dicendo che voleva un modulo con un attaccante in più”. Con le esperienze in giro per il mondo Ancelotti ha imparato ad apprezzare ancora di più il rapporto che Berlusconi aveva instaurato con lui: “Era bravissimo a motivare e a sostenere, a differenza di altri presidenti con i quali ho lavorato. Questi criticano quando le cose vanno male, così è più difficile per gli allenatori”.

LEZIONI — – Non sono però solo i presidenti a rendere diversi i posti di lavoro: “Il Bayern si differenzia dal Real e dal Barcellona. Ogni club ha le proprie caratteristiche e giocatori di grande classe. Al Bayern va però aggiunta un’unità diversa che cresce dalla squadra. Ognuno qui sostiene gli altri”. Poi una battutina rivolta a Ibrahimovic, che in passato ha sostenuto che solo lui, Messi e Ronaldo sono in grado di decidere una partita da soli: “Aggiungerei anche altri giocatori alla lista – ha detto Ancelotti –, per esempio Lewandowski e Robben”. D’altronde Carletto sa che con i giocatori va usato sia il bastone che la carota: “Campioni come Beckham, Ibra, Ronaldo o Terry sono rimasti impressionati dalle mie sfuriate proprio perché sono rare”. Ed è improbabile siano immotivate. È proprio questa la differenza fra le critiche costruttive e quelle distruttive. Da qui si parte per tenere i piedi per terra e andare sempre a caccia di nuovi successi.

 Elmar Bergonzini 

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