Torino, hai tutti i mezzi per riscoprirti grande

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Bilanci in attivo e altri 30 milioni di plusvalenze già prefissate per il 2017  twitta

TORINO – C’è il supermercato, ma ci può essere anche un mercato super: volendo e potendo, si scrive in questi casi. La verità è che il Torino può davvero programmare con largo anticipo un assalto intelligente ed equilibrato alle finestre invernali ed estive del mercato. E per mercato super, sia chiaro, non si intende una sindrome da acquisto compulsivo, tra trattative sconclusionate per gli equilibri dello spogliatoio e i conti del club. Da 3 anni a questa parte la società granata chiude in attivo i bilanci (pro memoria: tarati sull’anno solare, non sulle stagioni sportive). Poco più di un milione nel 2013, quasi 11 nel 2014, 10 nel 2015. E i segnali per il futuro sono a dir poco confortanti. Basti pensare alle plusvalenze, ormai diventate mitiche con Cairo. Mettiamo assieme sia le cessioni relative allo sorso gennaio, sia quelle originate dalle trattative andate a buon fine in estate: ebbene, il prossimo 31 dicembre il bilancio per l’anno solare 2016 dovrebbe battezzare oltre 11 milioni di plusvalenze (traducibili sinteticamente in un aumento di valore o di redditività, da non confondersi con la cifra in sé e per sé incassata).

Trattasi di un “monte” derivante dalla cessione di Quagliarella alla Sampdoria, di Glik al Monaco (soprattutto) e di Gazzi al Palermo. E per l’estate del 2017 sono già stati prefissati altri 29 milioni di plusvalenze, in arrivo dalla vendita post-datata di Maksimovic al Napoli e di Bruno Peres alla Roma. La qual cosa farà schizzare il totale delle plusvalenze originatesi sotto la gestione Cairo (le prime nel 2007) alla quota record di 138 milioni. Un anno fa, le plusvalenze erano attestate a un livello già più che lusinghiero di 97,6 milioni (di cui ben 63,4 con Ventura allenatore). Altro pro memoria: per Peres il Toro incassa un milione subito, più 12,5 nel 2017 e un bonus eventuale di 1,5; per Maksimovic, 5 milioni subito, più 20 nel 2017. Ma non è soltanto questo dato a spalancare scenari sempre più ambiziosi: perché i bilanci sono per l’appunto ormai costantemente in attivo e perché il Torino non ha debiti con le banche. Le esposizioni sono solo naturali: con i fornitori (6,3 milioni), in aggiunta ai debiti tributari (4,2 milioni) e verso enti (17,3 milioni). Che il Torino degli ultimi anni abbia partorito una gestione finanziaria che quasi tutti i club della A dovrebbero prendere a modello è una considerazione pressoché unanimemente riconosciuta.

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Tags: TorinoCairoQuagliarella

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