Spalletti: “Il pari non basta Ora la squadra ringhia”

Luciano Spalletti, 57 anni. Ansa

Luciano Spalletti, 57 anni. Ansa

“La cosa che mi fa più piacere è vedere che la squadra da quegli errori lì ha imparato. E ora invece ringhia, non ci sta più”. Quegli errori lì sono quelli della partita d’andata contro l’Austria Vienna, quando un blackout di 5 minuti costò ai giallorossi la vittoria. Il ringhio è arrivato invece alla fine della gara (pareggiata) con l’Empoli. Sono i due passaggi a vuoto di una squadra che invece ha trovato giri e carburante. Gli stessi che gli serviranno domani sera a Vienna, nella prima sfida del girone di ritorno di Europa League. “Una gara che noi vogliamo vincere, non ci accontentiamo – dice Spalletti – Fink lo fa? Fa bene, per lui va bene anche il pareggio. Per noi no. Vogliamo vincere”. Spazio a Ddr — Il problema è che Spalletti domani si trova con un problema in più. Ovviamente in difesa, neanche a dirlo, dove alle assenze di Mario Rui, Emerson, Manolas, Florenzi, Vermaelen e Seck si può aggiungere anche quella di Fazio, alle prese con un problema al polpaccio. “Avevamo allestito la rosa del reparto difensivo in modo tale di sopperire a qualsiasi problema – continua il tecnico giallorosso -. Ho fiducia nei miei calciatori, può entrare a far parte della difesa anche De Rossi, con la sua qualità può farlo. È una caratteristica che può dargli anche un’apertura importante per il futuro. Lui il centrale lo so fare, non c’è problema. Conta chi gioca, non chi non c’è. Abbiamo solo bisogno di far gol”.
In crescita — Ed allora conterà non ripetere gli errori dell’andata, appunto. “Quella gara ci ha insegnato molte cose e di quegli errori dobbiamo ricordarci, senza andare a commetterli di nuovo. Ma da quella partita la Roma è cresciuta, anche se alcuni numeri non lo confermano. Ma sento che i calciatori respirano un’aria differente, come a fine gara ad Empoli, non accettano di non vincere certe partite. E questo mi fa capire che c’è stata una crescita come gruppo, che ora non parla ma ringhia. E non arriva solo da quelli che ce l’hanno nel dna, come Strootman ad esempio. Lui domani gioca, ci dà tanto da questo punto di vista. E la società fa bene a tenerselo stretto”.

Ancora Toni — Ed allora, considerando le condizioni precarie anche di Fazio, domani è facile che Rüdiger sia chiamato ancora a giocare dal primo minuto, nonostante sia rientrato a tutti gli effetti da appena una settimana. “Io sono pronto a giocare ancora e spero anche di farlo – dice il difensore tedesco – Ovvio che le scelte poi le fa sempre il mister, ma se dovesse toccare di nuovo a me non ci sarebbero problemi”. E per fortuna allora che è rientrato lui, vista l’ecatombe giallorossa in difesa.Un rientro voluto, sofferto, ma estremamente importante: “Non è stato facile stare fuori, felice di essere ancora un giocatore e di star bene. Il mercato? Se ne sentono tante e sono anche voci che fanno piacere, ma io sono felice di essere qui”.

Dal nostro inviato Andrea Pugliese 

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