Soucek, dai dieci gol in Premier alla Top 11 dell’Europeo

“Bionic boy”, il ragazzo bionico: così hanno imparato a chiamarlo i tifosi del West Ham, che dal mitico Boleyn Ground hanno traslocato da un po’ di tempo all’Olympic Stadium. Tomas Soucek ha giocato 3.420 minuti in Premier League, sempre titolare e mai sostituito, come James Ward-Prowse del Southampton. Dopo Gündogan, il falso nueve più apprezzato da Guardiola, è il centrocampista che ha segnato di più nell’ultimo campionato: dieci gol, tre in meno del tedesco. Corre 12,3 chilometri a partita, nessuno può vantare questa media. Resistenza da maratoneta e spunti da trequartista. In base al rapporto tra costo del cartellino e rendimento, Soucek è stato il migliore affare realizzato sul mercato inglese. Il West Ham lo ha pagato venti milioni, compresi i bonus: lo ha preso in prestito a gennaio del 2020 e lo ha riscattato nella scorsa estate.

LA SCALATA – David Moyes, il tecnico scozzese degli Hammers, lo considera l’unico intoccabile di una squadra che è stata la sorpresa della Premier, arrivando sesta e conquistando la qualificazione in Europa League. Moyes è l’allenatore che Alex Ferguson aveva scelto come suo erede nel Manchester United: a Old Trafford ha vinto subito, nel 2013, il Community Shield (la Supercoppa inglese), ma ha avuto difficoltà nella gestione dei big e ad aprile è stato esonerato. Soucek è il manifesto del West Ham costruito con abilità e competenza da Moyes, che aveva saputo regalare grandi emozioni – con un budget limitato – anche nel periodo in cui dirigeva l’Everton. Mediano, mezzala, regista, trequartista, difensore di scorta sui calci piazzati: Soucek interpreta tanti copioni nel corso della stessa partita, è un centrocampista universale, come sta dimostrando anche all’Europeo, dove sta vivendo un sogno con la Repubblica Ceca, in grado di eliminare l’Olanda negli ottavi e di vivere momenti esaltanti che mancavano da venticinque anni, dai tempi di Nedved e Bejbl, di Poborsky e Berger. Era la nazionale  del ct Dusan Uhrin: arrivò in finale, all’Europeo del 1996, perdendo per 2-1 contro la Germania, punita dalla doppietta di Bierhoff.

I NUMERI – Soucek è stato il capocannoniere del West Ham insieme con Michail Antonio: dieci gol a testa. Un metro e 92, destro naturale, 234 duelli aerei vinti in Premier. Gli Hammers lo hanno scoperto nello Slavia Praga, dove il “bionic boy” aveva segnato 40 gol in 158 partite. In Inghilterra era stato accolto con un po’ di freddezza. Non era un grande nome. Ma a Londra ha trovato estimatori e standing ovation sui social, considerando che gli stadi sono rimasti chiusi a lungo a causa della pandemia. Nella City è diventato famoso come era capitato al suo idolo Tomas Rosicky, salito alla ribalta nell’Arsenal di Wenger dopo essere cresciuto nello Sparta Praga. Soucek è la sintesi del centrocampista completo e moderno. Durante il lockdown si allenava spesso da solo nel parco di Hackney Marshes.

LA STORIA – Il calcio è una passione di famiglia: il padre, Frantisek, faceva l’attaccante. Tomas è nato a Havlickuv Brod il 27 febbraio del 1995 ed è sempre stato un tifoso dello Slavia, dove aveva iniziato a giocare quando aveva dieci anni. I suoi amici ricordano che prendeva ogni giorno il treno per andare ad allenarsi a Praga. A vent’anni è diventato titolare, subito dopo la stagione in prestito al Viktoria Zizkov. In Premier ha dimostrato carattere e capacità di adattamento. Splendida l’intesa nata a centrocampo con Declan Rice e Mark Noble. Maglia numero 28, contratto fino al 2024. In Premier ha segnato cinque gol nel girone d’andata e cinque in quello di ritorno, compresa una doppietta al Crystal Palace dell’ex interista Roy Hodgson. Sette i cartellini gialli. Un anno pieno di soddisfazioni, ma lo spettacolo per Soucek potrebbe continuare: la Repubblica Ceca deve affrontare domani pomeriggio (ore 18) la Danimarca, in palio c’è la semifinale dell’Europeo.

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