Ieri la Roma ha emesso due comunicati finanziari, con i quali ha evidenziato un risultato economico fortemente negativo, relativo ai primi nove mesi dell’esercizio, con una perdita pari a 108,3 milioni di euro e una forte erosione patrimoniale che ha portato il patrimonio netto a -42,1 milioni di euro. Ai sensi dell’articolo 2447 del Codice civile ci sarebbero gli estremi per convocare l’assemblea perché i soci devono reintegrare il capitale sociale. Ma la Roma si avvale del decreto liquidità che consente di ottemperare entro cinque anni al reintegro del patrimonio, quindi entro il 30 giugno 2026, in occasione dell’approvazione del bilancio. Intanto è stato deliberato di convocare l’assemblea per dare una informativa ai soci sulla situazione finanziaria e patrimoniale e adottare le misure necessarie. Il gruppo Friedkin ha comunque immesso liquidità per 10,5 milioni ad aprile e 10 a maggio, somme che verranno convertite in conto futuro aumento di capitale, quindi significa che i nuovi proprietari stanno tenendo fede all’impegno preso immettendo liquidità nella società.
Il Campidoglio a breve valuterà le proposte della Roma per la costruzione del nuovo stadio
Un passo avanti per il nuovo stadio della Roma. Dopo un periodo di impasse la Giunta del Comune ha revocato la delibera per la realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle. Il prossimo passaggio sarà il voto in aula per la revoca della pubblica utilità, che sarà calendarizzato al massimo entro venti giorni. A quel punto per il Campidoglio sarà possibile valutare le proposte che arriveranno dalla Roma per andare avanti e costruire il nuovo stadio. La Giunta capitolina ha approvato un provvedimento in autotutela. Dopo l’ultimo passaggio in aula, i dirigenti della Roma avranno un nuovo incontro con il Comune, per individuare insieme l’area più idonea, per un progetto verde, sostenibile, che non richieda troppe spese per le opere pubbliche. Le aree che sono state individuate sono quelle di Eur, Tiburtina, Torrespaccata e Tor Vergata.
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