Moviola, provino vincente Un pulsante e Giroud è ok

Il futuro viaggia su due anonimi van bianchi e corre veloce verso un traguardo storico: la tecnologica in aiuto degli arbitri di calcio. Ha un nome inglese (Video Assistant Referee), ma con la benedizione di Fifa e Ifab la moviola ha fatto capolino in modo concreto in uno stadio italiano. Un possibile rigore e due gol in sospetto fuorigioco. Tanto per gradire, un battesimo intenso. Tutto inizia col 2-1 francese: Giroud infilza Buffon in diagonale proprio mentre i tifosi presenti al San Nicola si chiedono: “Ma non è in fuorigioco?”. Più o meno lo stesso dubbio del direttore di gara Kuipers. In suo soccorso arriva l’assistente: bandierina bassa. E l’azione prosegue. Ma a Bari c’è un secondo paracadute, lo si può aprire proprio in occasioni così. La macchina tecnologica si è già messa in moto nel parcheggio fuori dallo stadio con l’arbitro dentro il Van a scatenare “l’inferno” della Var. Gli è bastato premere un pulsante per avere in pochi attimi il replay migliore, su uno dei tanti schermi posizionati a pochi centimetri da lui, e spazzare ogni ambiguità sulla posizione di Giroud. A coadiuvarlo un tecnico indipendente del provider Hawk Eye (sì, quelli dell’occhio di falco). E’ lui a trovare l’immagine migliore dalle 22 telecamere disseminate nello stadio barese. Tutto accade in pochi secondi, il resto lo fa la comunicazione via auricolare: Kuipers rallenta i suoi movimenti e aspetta un po’ prima di ritornare a centrocampo. Aspetta fino a quando la Var conferma il giudizio dell’assistente (da sempre autentici fenomeni): il 2-1 francese e poi il 3-1 restano validi. Poteva accadere il contrario e la Var sarebbe partita col botto. Ci sono state altre due occasioni in cui si è sfiorata la possibilità di avere una decisione arbitrale con l’aiuto dal replay: Kuipers ha chiesto il paracadute Var anche sul tocco di mano in area di Kurzawa: dal Van gli hanno risposto in un attimo “Vai sereno, non è rigore”. E all’alba del match, sempre al video è stato valutata non così cattiva l’entrata di Sidibe su De Rossi (punita col cartellino giallo).

SVILUPPI — La sperimentazione (primo anno off line) servirà a Fifa e Ifab per capire le potenzialità della Var e gestirla nel migliore dei modi per non snaturare il calcio. Tanto per intenderci: giocatori e tecnici non avranno la possibilità di chiedere l’intervento della moviola (che dalle parti di Fifa e Uefa non sarà mai chiamata così). Spetterà sempre agli arbitri questo compito. E la Var aprirà il paracadute solo in presenza di episodi certi e considerati decisivi. Quindi: un gol, un rigore (dato o non dato), uno scambio di persona su un provvedimento disciplinare, un espulsione e gesti violenti.
SCHERMI E CONFERENZE — Ma cosa c’è dentro questi furgoni Van? Un piccolo mondo tecnologico. All’avanguardia. Una quindicina di monitor per avere il colpo d’occhio immediato. Uno dei più grandi è diviso in quadratini: ognuno dà l’immagine in diretta della telecamera corrispondente. Basta premere il pulsante e quella prescelta passa sul monitor che ha la funzione touch. Così l’arbitro può ingrandire o anche spostare l’inquadratura con la mano, mantenendo l’alta definizione. Ieri prima della gara i tecnici hanno spiegato tutte queste cose a quattro spettatori particolari: Messina (designatore Can A); Celi e Damato (arbitri pugliesi di A); Michele Uva (direttore generale Figc). Tutto sotto lo sguardo di Rosetti, responsabile del progetto Var Italia (i test in A partiranno a ottobre). E di Gianni Infantino (presidente Fifa) che nel dopo gara ha dichiarato: “Si è fatta la storia del calcio, c’è stata una consultazione nel primo tempo per valutare un’azione complicata. Nelle situazioni-chiave vogliamo aiutare l’arbitro. Il debutto è stato a Bari perché l’Italia si è detta entusiasta e favorevole”. Stamane Infantino sarà in prima fila durante la conferenza stampa sulla Var. I van saranno nel frattempo ripartiti: il futuro è più vicino.

 Francesco Ceniti 

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