Lazio-tamponi: la Procura Figc chiede un’ammenda per il club e 13 mesi di inibizione per Lotito

Colpito il presidente che ora rischia di perdere la sua carica federale. Chiesti 16 mesi per i due medici e 200 mila euro di multa per la società

Nessuna richiesta di punti di penalizzazione dalla Procura Figc nel processo contro la Lazio per il cosiddetto “caso tamponi”. Nell’udienza davanti al Tribunale Federale, primo grado di giudizio, il procuratore Giuseppe Chinè al termine della sua arringa ha infatti chiesto che, a fronte delle sei violazioni commesse dal club nell’ambito del protocollo anti Covid, la Lazio venga punita con un’ammenda di 200 mila euro e pesanti inibizioni per i tre deferiti, colpendo in particolare il presidente Lotito.

Colpito il presidente

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Per Lotito, accusato di “non aver provveduto a far rispettare o comunque non aver vigilato sul rispetto delle norme”, la Procura ha chiesto una pesante inibizione di 13 mesi e 10 giorni. Se la richiesta dovesse essere confermata (o comunque restasse superiore ai dieci mesi) il presidente decadrebbe immediatamente dalla carica di consigliere federale e sarebbe incandidabile in futuro.

I medici

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Per il medico Ivo Pulcini, responsabile del settore sanitario biancoceleste, e per il dottor Fabio Rodia, medico sociale e MLO della Lazio (unico ad avere accesso alla piattaforma Plasma dove Synlab carica gli esiti dei tamponi Uefa) 16 mesi di inibizione.

Torino non ammesso

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Il processo è iniziato poco dopo le 11 in videoconferenza. Collegati, oltre al giudice del tribunale federale Cesare Mastrocola e al collegio formato da altri quattro giudici, il capo della Procura federale Chinè assieme a Giorgio Ricciardi, l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile e l’avvocato del Torino Eduardo Chiacchio. Il club granata, autore di due esposti che avevano contribuito a dare il via all’indagine a inizio novembre scorso, aveva presentato infatti un’istanza per costituirsi nel processo come parte terza interessata, ma – dopo essersi riunito in camera di consiglio – il tribunale ha deciso di non ammettere l’intervento, nonostante Chinè non si fosse opposto. Da segnalare anche che, contrariamente a quanto diffuso nei giorni scorsi, la Lazio non ha chiesto l’ammissione di nuovi testimoni.

La sentenza

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Non è detto comunque che la sentenza arrivi già in giornata. L’udienza continuerà ora con la parte dibattimentale in cui la Lazio esporrà le proprie ragioni. Il collegio del tribunale federale si riunirà poi in camera di consiglio per definire il pronunciamento, ma la discussione potrebbe protrarsi anche nel weekend.

La protesta dei tifosi

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Nonostante l’udienza sia in videoconferenza, stamattina davanti agli uffici del Tribunale federale in via Campania, a Roma, è apparso uno striscione di tifosi biancocelesti con la scritta: “La Lazio non si tocca”.

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