La Juve ricomincia da tre. Pirlo innova il trio in difesa e ritrova le sue colonne

Le certezze Bonucci e Chiellini che restano la chiave. Da Barzagli a Danilo: così cambia tutto

Niente copia e incolla. Nemmeno il tre è uguale al vecchio tre. Certo, quelle facce lì in mezzo, quel numero 19 che lancia e quello alto e dinoccolato che esce in anticipo, assomigliano parecchio a una coppia che, giocando così, ha fatto discrete fortune. Ok, va bene, Bonucci e Chiellini sono Bonucci e Chiellini, copiati e incollati. Il resto no, è innovazione nel recupero della tradizione recente. Se in attacco si sono visti principi di gioco, ma tutto può cambiare con Dybala e Morata, l’altra grande novità stagionale della Juventus è il ritorno della difesa a tre.

Pirlo che vuole mescolare, non agitare, le filosofie di grandi allenatori sa che la prima cosa da cambiare rispetto all’ultima annata è il dato dei gol subiti: 38. Dietro vanno ritrovate solidità e certezze, da dietro parte la costruzione dell’azione offensiva. E in casa bianconera si ricomincia da tre: dalla difesa a tre che fu l’inizio del regno “novennale”. È una svolta, non solo rispetto a Sarri, ma anche all’ultimo Allegri, che abbandonò la formula come schieramento base, per usarlo in occasioni particolari.

posizioni

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Ma è soprattutto, nei progetti, una risposta a entrambe le esigenze: coprire il campo in fase difensiva; costruire senza perdere uomini e posizioni. La difesa a tre evoca e richiama le orgini “contiane”, ma se ne distacca perché in fase di non-possesso ripiega su un ordinato 4-4-2. E quando la palla è nei piedi l’esterno adattato aggiunge possibilità di uscita dal basso. Altra possibile ispirazione? La gara “iconica” del marzo 2019 contro l’Atletico Madrid, il ribaltone del 3-0: lì Allegri tornò a tre, con il centrocampista Emre Can sulla linea di Bonucci e Chiellini. Oggi dove agiva Barzagli c’è il rispolverato Danilo ed è inevitabile che l’interprete cambi l’essenza: meno marcatura, più scivolamenti e passaggi (primo contro la Samp). Il portoghese ora è fondamentale, per caratteristiche e per le assenze: Alex Sandro potrà fare un mestiere “speculare” a sinistra, mentre Demiral è il marcatore alternativo a Chiellini, quello che poi si ritrova a fare il centrale puro. Le soluzioni in difesa sono molteplici e comprendono anche Rugani (salvo mercato). Ma cosa succede quando rientrerà De Ligt? Per come è organizzata ora non solo la difesa, ma la squadra, non vedremo il trio con l’olandese e i due reduci della BBC. Piuttosto, quei tre ruoteranno, con Matthijs potenziale controfigura (con differenze) di entrambi.

compagni e amici

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Ma Bonucci e Chiellini restano la chiave di tutto questo. Domenica contro la Samp hanno rimesso un vecchio abito e ha funzionato come nel passato a tre e come a inizio settembre in Nations League, con la difesa a quattro dell’Italia, a oltre un anno dall’ultima volta fianco a fianco: decisivi contro un grande avversario come nel 2018 a Manchester, quando Mourinho disse che quei due, Leonardo e Giorgio, erano degni di una cattedra ad Harvard. B&C dovrebbero tornare insieme anche domenica in Roma-Juve e curiosamente hanno una cifra nel destino: 0,7. Bonucci e Chiellini hanno giocato insieme 259 partite alla Juve, in cui hanno subito 179 gol, e 55 in Nazionale con 41 reti incassate. In entrambi i casi, la matematica porta a quel numero: 0,7 gol subiti in media a partita. Il confronto con alcune delle migliori coppie difensive della storia recente colpisce. Piqué e Puyol, grandi comandanti del Barça, sono a 0,7 come loro e come Vidic-Ferdinand, colonne dello United. Tanti altri hanno fatto peggio. Maldini e Nesta al Milan hanno chiuso a 0,8, Varane e Sergio Ramos al Real sono vicini a quota 1, Lucio e Samuel l’hanno superata. Meglio di Bonucci e Chiellini, nessuno… e forse è giusto pensare che non sarebbe così se non fossero andati in vacanza insieme quando giocavano in squadre diverse e se non ci fossero buoni rapporti anche tra le famiglie. Insomma, se nonostante tutte le loro differenze non fossero amici. Perché contano gli assetti, i “piani partita” e le tesi di Coverciano. Ma il feeling aiuta.

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