Immobile: “Rinuncerei ai gol per vincere gli Europei. E senza De Bruyne e Hazard…”

L’attaccante azzurro guarda alla sfida al Belgio: “Tre gare all’obiettivo. Chi è più forte tra me e Lukaku? Vedete voi”

dal nostro inviato Marco Pasotto

29 giugno – Firenze

Più che una conferenza stampa, somiglia a una rapida ma approfondita seduta di autoanalisi. Ciro Immobile sceglie di andare ben oltre i concetti mandati a memoria da tutti (anche se il mantra dei 26 titolari coinvolge pure lui) e spalanca il portone sulle sue emozioni. Sugli equilibri dello spogliatoio, quelli con Mancini, su ciò che si aspetta da se stesso, sulle sensazioni che gli sta regalando un torneo fin qui vissuto da protagonista. La prossima presenza fra l’altro per Ciro sarà la numero 50 in maglia azzurra e nel mirino c’è qualcuno che in questi giorni gli sta particolarmente vicino: Gianluca Vialli chiuse con la Nazionale a 16 gol, Immobile è a 15.

RUVIDEZZE

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Dipenderà dalle scelte di Mancini contro il Belgio e c’è in effetti una corrente di pensiero che ipotizza il ballottaggio con l’amico Belotti. Riflessioni che nascono dalla prova di Ciro con l’Austria che, a parte il fantastico tracciante destro frantumatosi sull’incrocio dei pali, è stata più opaca rispetto alle precedenti. Molto probabilmente, però, la spunterà ancora una volta lui, che saggiamente però fa molta attenzione a maneggiare la parola titolare. “Se mi sento titolare? Mi sento importante, al centro del progetto e quando è così puoi giocare anche solo mezzora e darai sempre il massimo”. Riflessioni perfetta, di quelle che vorrebbero sempre sentire tutti gli allenatori. Anche perché, per quanto lo riguarda, “mai come questa volta sento la fiducia di tutti, in questi termini non mi era mai successo. Mi sento davvero bene. Ho tanto orgoglio per quanto ho, e abbiamo, fatto. Sono enormemente soddisfatto”. A proposito di allenatore, allora. Lungo le partite lo vedono tutti: Ciro è uno dei giocatori a cui Mancini si rivolge di più, spesso anche ruvidamente. “Il mio rapporto col mister è migliorato tanto. All’inizio era buono, ora più che ottimo. Mi ha conosciuto meglio, sa anche che ho bisogno di essere un po’… coccolato. D’altra parte quando si giocano competizioni che danno responsabilità così grandi, serve anche quello. E comunque se il nostro rapporto è migliorato significa che gli ho trasmesso qualcosa. Peraltro a me piace quando l’allenatore ti sprona, significa che ci tiene, che si aspetta qualcosa da te. E a me questo dà soddisfazione”.

ORGOGLIO

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L’autoanalisi continua e sfocia nell’aspetto tecnico. iro svela un particolare interessante, che fa capire molto il suo approccio alla materia. “Metto sempre tutto me stesso in quel che faccio, anche a fine allenamento mi capita di esercitarmi su cose che magari non fanno parte del mio bagaglio. Ma il gol non è un assillo: a me piacerebbe vincere gli Europei, cancellerei subito i miei due gol per portare a casa la coppa. Con l’Austria ci ho provato in tutti i modi. Un po’ per sfortuna e un po’ per errori miei non è entrata”. Per Immobile c’è il piccolo, grande traguardo di eguagliare i 3 gol di Balotelli e Cassano: nessun azzurro agli Europei è mai riuscito a segnare di più. “I miei 15 gol in Nazionale sono pochi, ne avrei voluti molto di più. Sto cercando di buttare via tutte le cose non belle del passato con questo torneo. E comunque a me semmai preoccupa solo il fatto di non riuscire a aiutare la squadra, ne ho parlato anche con Mancini”. A parlare è il suo orgoglio, che poi lo conduce a un ragionamento lecito e magari un po’ appuntito: “Ciò che è successo alla Francia ha dimostrato che questi sono Europei duri. Noi per esempio abbiamo vinto e dominato con la Svizzera, facendola sembrare una squadretta, mentre ieri ha dimostrato il contrario”.

SPAVENTI

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Ovviamente non può mancare una riflessione sul collega di reparto Lukaku: “E’ fortissimo, se la vedranno i difensori – ride Ciro –. Ha una forza fisica devastante, velocità, il lavoro con Conte l’ha aiutato fisicamente. Merita tutti gli elogi possibili. Potrebbero mancare Hazard e De Bruyne? Inutile girarci attorno, per il Belgio sono due giocatori fondamentali. Con loro o senza è tutta un’altra partita. Spostano gli equilibri, mettono in difficoltà gli avversari. Noi prepareremo la partita come se ci fossero entrambi”. Chiusura-cabaret su Insigne e gli scherzi continui a rischio… coronarie: “Lorenzo è assurdo… Ora ho imparato a camminare con la massima attenzione, senza guardare il telefono. Poi lui è piccolo, salta fuori da tutte le parti. L’altra sera mi è sbucato dall’armadio quando sono rientrato in camera. Inoltre io sono uno che si spaventa facilmente”. Gli spaventi, meglio riservarli tutti a Courtois.

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