Il Napoli omaggia Maradona: ecco quanto vale una vera maglia di Diego

Il ricordo di Maradona, una scia infinita. E anche di grandissimo valore.

Il ricordo di Maradona, sulle maglie del Napoli. Apprezzatissime dai tifosi e ultime di una scia infinita. Nonché di grandissimo valore. Oltre all’affetto, si parla di storia, nel senso più pieno del termine. La morte del calciatore argentino ha proiettato la sua figura su un piano inimmaginabile, paragonabile ai grandissimi che hanno popolato il pianeta negli ultimi secoli. E come riportato da Olè, tutto ciò che è appartenuto al pibe de oro ha un valore inestimabile. In primis, le maglie. Il possessore di una qualsiasi maglia indossata da Diego o autografata da lui, ha per le mani una fortuna.  E, ammesso che se ne voglia privare, si parla di valutazioni intorno ai 20 milioni di pesos. Al cambio, attuale (un peso vale 0,01 euro) 200mila euro.

200000 – I prezzi variano a seconda della maglia. Ci sono quelle più economiche, da 50.000 pesos, per esempio, mentre a più costosa che si vende online, sul sito Mercado Libre, è una maglietta del Boca del 1971. Trattasi di un vero cimelio, considerato che sulla striscia gialla c’è anche l’autografo di Maradona. Il pezzo ha un valore di circa 200mila euro e secondo il venditore nella sua descrizione, è stato firmato da Diego nel maggio 1997, durante la sua ultima tappa.

150000 – Scendendo leggermente di valore, ci si assesta sui 150000 euro. La maglietta in questione è quella utilizzata in occasione della partita di addio di Diego alla Bombonera, passato alla storia con la frase “il pallone non è macchiato”. In questo caso la firma è garantita da un notaio. E alla consegna c’è anche un DVD originale che mostra il momento in cui Maradona appone la sua firma sull’indumento.

80000- Scendendo sulle 80 mila euro, pari a 8 milioni di pesos, si trova una “chicca” difficilmente rintracciabile. Una maglia indossata da Diego in un amichevole di beneficenza giocata sul campo del Velez nel 1990. Evento particolarissimo anche per la presenza di Menem, allora Presidente della Repubblica.

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