Il gigante Edin e il piccoletto Alexis, due mondi agli antipodi…

Bosniaco e cileno cresciuti in realtà diverse ma per entrambi in mezzo a tante difficoltà. In comune l’esperienza a Manchester, anche se su sponde opposte. Ora potrebbero scambiarsi maglia…

Sembrano usciti da due mondi agli antipodi, Dzeko e Sanchez. Il gigante e il piccoletto, il nativo di Sarajevo e quello di Tocopilla. Distanza incalcolabile tra le due città sulla cartina geografica, culture all’opposto.

Ma dietro all’apparenza c’è il vissuto, spesso fatto di lotta e sofferenza: Edin era un ragazzino quando la guerra è scoppiata in Jugoslavia, Sanchez è cresciuto senza il padre Guillermo nell’”angolo del Diavolo”, Tocopilla. Il filo sottile che lega i due ha i suoi nodi più stretti nell’esperienza comune in Premier League e in quella da noi, in Italia. Ma presto potrebbe trovare la sua ragione d’essere sui tavoli delle trattative, con il possibile scambio dei contratti e il cambio di maglia.

manchester

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Manchester ha adottato sia Edin che Alexis, anche se in stagioni diverse e con risultati non paragonabili: Dzeko ha fatto la storia del City con il gol del momentaneo 2-2 contro il Qpr prima della rete di Aguero, decisiva per la vittoria del titolo con Mancini in panchina, il primo dopo 44 anni per il club. Era il 2012, Dzeko un 26enne sbocciato al Wolfsburg con 85 gol in 142 presenze. A Roma Edin è diventato un simbolo, a Manchester uno dei talenti di una formazione piena di soluzioni in attacco. Dzeko è maturato in Inghilterra, Sanchez ha vissuto un’esperienza a due volti oltremanica: l’impatto con il mondo Arsenal è stato ottimo, con 16 gol in Premier League alla prima stagione. Poi 13 nella seconda e addirittura 24 nella terza, con il podio nella classifica marcatori alle spalle di Kane e Lukaku. Ma a Manchester è stato un flop: 45 presenze e cinque gol, niente Maravilla del Nino.

rilancio

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Per Sanchez il ritorno in Italia ha rappresentato la possibilità di rilanciarsi, ma senza riuscirsi del tutto anche a causa dei problemi fisici. La continuità di rendimento resta il problema del cileno, che dopo l’addio all’Arsenal sembra aver perso la bussola. Non si è mai perso Dzeko, che segna da anni con una continuità spaventosa: in questa stagione sette gol in 15 presenze in Serie A, sempre in doppia cifra ogni anno con la maglia della Roma. Le reti totali in giallorosso sono 114 in 242 presenze: poco meno di un centro ogni due partite.

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Sarà per questo che Conte lo cerca sempre, appena può: è successo ai tempi del Chelsea e alla prima estate da allenatore dell’Inter, con la prospettiva di una coppia con Lukaku da far impazzire le difese avversarie. Due “twin tower” potenzialmente immarcabili, che ora potrebbero diventare realtà nella corsa allo scudetto. Senza dimenticare che Dzeko può fare coppia con Lautaro Martinez, potendo sostituire Romelu nel ruolo di boa là davanti. Il rinnovo di contratto nell’estate 2019 con la Roma fu una doccia gelata per Conte, la lite con Fonseca ha fatto riaccendere la fantasia del tecnico. Che con Sanchez perderebbe imprevedibilità e qualità, doti che non mancano alla Roma: Alexis, Pedro e Mkhitaryan formerebbero una batteria di “piccoletti terribili” molto intrigante. Con un filo, anche in questo caso, a unirli: Sanchez e Pedrito hanno condiviso la maglia del Barcellona, il cileno e Mkhitaryan hanno invertito le proprie maglie nello scambio tra Arsenal e United nel gennaio 2018. Il palmares di entrambi pesa e non può che essere un aspetto da tenere in considerazione: Dzeko ha vinto due volte la Premier e una volta la Bundesliga, Sanchez si è tolto le soddisfazioni più grandi con il Cile, conquistando due volte la Copa America. Gli anni di distanza sono due (è Edin il più “maturo”), i centimetri di differenza circa 25. Due opposti, ma legati da un filo sottile. Che ora è più visibile.

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