Ibrahimovic: “Se ho vinto con Juve e Inter, vinco anche con il Milan”

Fame, ambizione e aneddoti. È il solito Zlatan Ibrahimovic. Il gigante svedese si è confessato a Sky Sport 24 mostrando un unico desiderio, quello di riportare i rossoneri al top. “Milanello? L’effetto che mi dà è che mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutte le cose che bisogna fare. Ma non ho fretta di tornare a casa perché ci sono già. Allora prendo il mio tempo, faccio le mie cose. Ero qua già 10 anni fa. Il primo giorno? Non ti ricordo come calciatore, ma mi ricordo la faccia (scherza con Ambrosini, ndr). Il primo giorno ho fatto il test di forza, ho fatto il record senza riscaldamento nella pressa. Bello, settimana prima avevamo giocato Barcellona-Milan, la settimana dopo ero con voi. Tutti mi dicevano “dai, dai vieni con noi, siamo venuti solo per prenderti”. C’era Galliani, era carico. È venuto a casa mia a Barcellona, si è tolto la giacca e ha detto io non mi muovo da qui fino a quando tu non vieni con me. Elena mi chiese chi fosse questo qui. Le risposi “una persona importante“.

Ibra svela il segreto del Milan

Ibrahimovic: “Se la gente mi parla contro, io mi carico”

A Barcellona era un momento così e così. Non si capiva bene la situazione. Non mi è mai andata giù? No, ma non ho ancora risposte a quali fossero i problemi. Se ci sono problemi si risolvono. Sono stato io uomo e ho detto, se ci sono problemi e non so quali siano, allora me ne vado e li risolvo. C’era il Milan, così come altre squadre. Conoscevo Milano dai tempi dell’Inter, la città mi piaceva tanto. Poi se il Milan ti chiama, un grande club come questo, con grandi giocatori. Erano tanti stimoli. Speravo di fare qualcosa. Anzi, non speravo. Sapevo. Una sfida. Questa sfida mi piace, quando la gente parla contro mi carica, mi dà energia, mi dà motivazioni e adrenalina. Non per convincere, ma per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si lavora in silenzio e si dimostra in campo con le prestazioni. Mi sono detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche con il Milan“.

Ibrahimovic: “Ho un’altra esperienza e più equilibrio”

Prima il livello era molto alto, andavo a duemila. Potevo fare dieci volte di più le cose che faccio oggi, ma in un altro modo. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone, oggi non lo faccio. Se vado dietro spreco energie per aiutare la squadra. E dove posso aiutarla? Davanti. Dieci anni fa se non mi arrivava il pallone perfetto con quei giocatori che avevamo vuol dire che c’era qualcosa che non andava. Anche tu quest’anno non eri positivo, ma ti ho detto ‘non ti preoccupare, ci penso io’. Dieci anni fa c’erano personaggi con più personalità e carattere. Un altro ego, gente che ti veniva contro. Oggi faccio lo stesso, forse ancora di più. Ho un’altra esperienza, ma più equilibrio. Se vedo uno che non ce la fa, cambio strategia. Prima invece trattavo tutti uguali. Questo è il mio modo di essere. Io dico che tu devi essere te stesso, poi tatticamente è un’altra cosa. La persona deve rimanere se stessa“.

La filosofia del saggio Zlatan

Quando sei giovane sei più ‘rock’n roll’, ora capisco più le situazioni. Metto ancora pressione alla squadra, non accetto un passaggio sbagliato, se non ti alleni bene ti dico qualcosa. Non ho bisogno che i miei compagni dicano che mi incazzo se sbagliano, lo so. Dipende da come loro la prendano. Se ti rilassi in allenamento, lo fai anche in partita. Questa è la mia filosofia. Poi forse per i brasiliani è differente, perché si allenano tranquillamente e poi in partita danno spettacolo. Qui però l’hanno presa bene i ragazzi. Dicono ‘fai vedere la strada e noi la seguiamo’“.

Ibrahimovic: “Seedorf uno dei più grandi”

Ambrosini poi gli ricorda le partitelle e le sfide in cui urlava contro tutti: “Con voi livello alto, al top del top. Con voi dovevamo tirare fuori l’adrenalina per motivare l’individuale, non il collettivo. La mentalità in quella squadra era vincente. Seedorf? Uno dei più grandi giocatori con cui ho giocato, ma aveva un carattere… Però mi piace. Lui ti rispondeva. Mi piaceva perché mi caricava. Io non dico che ho sempre ragione io, dico che ho la mia visione. Quante volte ti ho ammazzato in campo a te… (ride, ndr)”. L’ex compagno poi gli ricorda che spesso giocavano contro in allenamento: “E quante volte hai vinto? Ho una percentuale di vittorie nelle partitelle di allenamento del 99%. Va bene lo abbasso un po’, 95%. Ricordo molto bene, perché ricordo gli spogliatoi dopo. Era una guerra. Oggi sto bene, mi sento bene. Mi sto allenando tanto. A questa età è fondamentale come stai fisicamente. Più avanti vai e più sei debole fisicamente in teoria. Io sto molto meglio di prima“.

Ibrahimovic e il rapporto con Pioli

Più passano gli anni più cambia il tipo di giocatore, cosa riesce a fare, cosa è capace di fare. Poi abbiamo anche un mister che chiede ai giocatori di giocare in un certo modo. Il modo in cui giochiamo adesso mi piace, c’è un bell’equilibrio. Secondo me ha trovato un modo per far uscire il massimo dalle mie qualità. Mi mette nelle condizioni di giocare nel miglior modo per aiutare la squadra. Mi chiede tante cose per la squadra, così come lo fa con tutti gli altri. Normale che io voglia giocare sempre, ogni tanto gli dico che è meglio riposare e lui mi dice ‘no, fai 45 minuti e poi vai fuori’. Io mi metto a disposizione. Ho una responsabilità per i compagni. Io la sento tanto questa cosa e mi piace”.

Ibra: “Il Milan ha fame e voglia”

Dove possiamo arrivare? Vediamo, la squadra ha fame e voglia. Poi stiamo facendo bene. Secondo me non ci sono sogni o obiettivi. Noi giochiamo una partita per volta. Io chiaramente ho i miei obiettivi, ma la squadra come collettivo deve fare meglio dell’anno passato. Noi però non ci diciamo ‘dobbiamo arrivare lì’. La squadra è molto giovane e non ha quel sentimento o pensiero di vincere qualcosa. Vero anche che non bisogna rilassarsi o pensare che sia tutto ok. Bisogna continuare. Lì entro io, perché non devi mai essere soddisfatto. Se tu fai un un brutto risultato nella prossima partita, nessuno si ricorda più di quelle precedenti. Poi non siamo come Inter o Juventus che hanno tanti giocatori. Noi siamo giovani. Qualcuno forse non è pronto per giocare tutte le partite, ad altri manca qualcosa. Loro si stanno abituando a questo, sapendo che dobbiamo vincere per arrivare agli obiettivi”.

Ibra: “Milan in Champions? Sì”

Questo è quello che dico. Se ad esempio entriamo in una partita e diciamo ‘dobbiamo vincere per forza’, non esiste. Lo abbiamo fatto solo quando dovevamo entrare in Europa League, perché se non vincevamo eravamo fuori. Per questo dicono che la squadra è molto giovane. La squadra ci può stare in Champions? Penso di sì. Dopo 8 mesi qua posso dire di sì. Ma non è solo qualità e talento, è il sacrificio, il lavoro, la disciplina e tutti questi dettagli che fanno la differenza”.

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