Ibra-Lukaku, rissa pazzesca: ecco le frasi pesantissime che si sono detti

Uno scontro senza precedenti a fine primo tempo, con i compagni a dividerli. I due si cercano fisicamente. Nella ripresa Zlatan si fa espellere e a fine gara si scusa con i compagni

Di riti voodoo e di gol, di derby e di vergogna. La peggiore delle vergogne, la Scala del calcio come un saloon, peccato che il film faccia tristezza, oltre che il giro del mondo come uno spot al contrario per il calcio italiano. Ibrahimovic e Lukaku segnano, sì. Ma di questa nottata gelida nessuno ricorderà il destro all’angolino di Zlatan, o il rigore da manuale di Romelu. La rissa a fine primo tempo tra i due, con parole che tirano in ballo parenti, origini africane e idee religiose, invece è destinata a non esser più dimenticata. In fondo che i due non si amassero era cosa nota, dai tempi dello scommesse sulle doti tecniche allo United. In area rossonera però si è andati oltre.

I fatti

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Tutto accade a fine primo tempo. Si scatena il parapiglia, Ibra e Lukaku si cercano, i labiali non tradiscono. Ibra incrocia lo sguardo del belga, sorride in maniera provocatoria e poi fa al nerazzurro: “Chiama tua mamma, vai a fare i tuoi riti voodoo di merda, piccolo asino”. Il riferimento al voodoo va spiegato. In Inghilterra fece scalpore quando Lukaku rifiutò di rinnovare il contratto con l’Everton, nonostante un’offerta super dei dirigenti di allora, perché a un passo dalla firma fu così consigliato da mamma Adolphine, donna di origine congolese, che in un rito voodoo – appunto – avrebbe ricevuto il suggerimento di far firmare il figlio con il Chelsea. Era il 2017, Lukaku poi lasciò effettivamente l’Everton, ma andò allo United, trovandosi come compagno proprio Ibrahimovic. Romelu ha capito subito il riferimento di Ibra, ovviamente. E infatti ha replicato: “Vuoi parlare di mia madre? Perché?”. E poi: “Fottiti, tu e tua madre. Parliamo della tua, di mamma: è una p…”. La cosa è andata avanti sotto gli occhi e le orecchie di Valeri, che ha ammonito i due (giallo che peraltro farà saltare all’interista la semifinale di andata). “Perché parli solo con me? Vai a parlare con lui”, ha chiesto Lukaku all’arbitro. Ibra intanto continuava a sorridere: “Ti aspetto dopo”. E il dopo è arrivato, perché appena terminato il primo tempo un incontenibile Lukaku è andato a cercare fisicamente lo svedese, fermato a fatica dal team manager nerazzurro Tagliacarne, da Lele Oriali e da alcuni compagni.

I due nemici

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Nel secondo tempo ci ha pensato Ibra a evitare altri scontri diretti, andandosi a cercare il secondo giallo. Poi il pareggio di Lukaku e un’esultanza che in cuor suo il belga non può non aver dedicato alla mamma, la persona di cui Big Rom dice: “Sei l’unica donna che conta per me”. È la donna che ha cresciuto il ragazzo – la storia del latte allungato fa parte della biografia di Romelu – e che oggi si prende cura anche del figlio di Lukaku, Romeo. “Il derby è anche questo, ci sono situazioni che ti fanno arrabbiare – ha provato a dribblare Antonio Conte –. Mi piace vedere Romelu così, sul pezzo. Ibra ha la cattiveria del vincente, Romelu sta crescendo sotto questo punto di vista. Se si arrabbia, mi fa solo che piacere”. Piacere, per la verità, che Big Rom si sarebbe evitato volentieri. Di là, c’è uno Zlatan silenzioso. Che a fine partita nello spogliatoio si è scusato con i compagni per il cartellino rosso, ma ha assicurato di non aver usato parole razziste (secondo la ricostruzione che filtra dal Milan, sarebbe stato Lukaku ad attaccare briga con Romagnoli e Saelemaekers, e Ibra sarebbe intervenuto in difesa dei compagni). La sua religione è il rispetto delle religioni degli altri. Così ha sempre detto Ibra, mamma croata cattolica, papà bosniaco musulmano. Non si è mai curato del credo degli altri e dei paesi di origine. “Due porte, un campetto, un pallone. A Rosengard si stava tutti insieme”. Ma a Rosengard, chiamato il ghetto dalla parte borghese di Malmoe, si impara anche un linguaggio un po’ così, certi modi spicci che ogni tanto riaffiorano. E la carriera di Zlatan, che all’Inter ha segnato la rete numero 499 ed è andato in gol per il terzo derby di fila, è piena di liti, gomitate, squalifiche. Ultimo incidente diplomatico, pochi giorni fa con Zapata che ironizzava sui tanti rigori concessi ai rossoneri. Il gol segnato all’Inter non è bastato a calmargli i nervi. Contro Lukaku gli sono sfuggite parole di troppo che non lasceranno il segno in campionato (eventuali squalifiche saranno da scontare nella prossima Coppa Italia), ma lasciano un’ombra sul suo derby. “Il battibecco ha influito, la prima ammonizione ha causato l’espulsione”, ha commentato Pioli. “Sono adulti e vaccinati, non so che cosa si siano detti, può capitare, Ibra ha chiesto scusa da grande campione qual è. Bisogna passarci sopra e pensare alla prossima partita”. Dopo due sconfitte, per quanto molto diverse fra loro, il Milan deve ritrovare il passo e la serenità. E dovrà farlo anche Zlatan.

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