I quattro club in Champions sono un regalo della Juventus

I quattro club in Champions sono un regalo della Juventus
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Senza il contributo bianconero saremmo quinti nel rankingtwitta

TORINO – Se la Juve non esistesse bisognerebbe inventarla, quantomeno per garantire all’Italia il livello attuale nel ranking europeo. La squadra bianconera negli ultimi 5 anni ha pesato per il 28,6% dei punti raccolti dalle squadre di Serie A nelle coppe europee, risultando sempre la migliore del contingente nazionale e permettendo alla Serie A di mantenere la quarta posizione. Dietro ai bianconeri il Napoli (16,9%), la Fiorentina (12,5%) e la Lazio (10,2%). Addirittura quarta la Roma (8,9%) che nel dualismo nazionale ha disperso energie psicofisiche spesso decisive soprattutto nella prima fase dei gironi di Champions. Quindi le milanesi con il 7,8% a testa e le altre (Sassuolo, Sampdoria, Torino e Udinese) con un 7% complessivo in cui spicca come migliore presenza quella granata del 2015: 16,5 punti totali.

Solo 3 in Champions Senza la Juve il campionato arretrerebbe di un livello, alle spalle della Francia, ovvero perderebbe il quarto posto in Champions, che sarà dall’anno prossimo (grazie anche al lavoro diplomatico di Andrea Agnelli all’Uefa) il regalo fatto dalla federazione europea più al nostro mercato televisivo che al nostro mercato sportivo. L’Uefa del resto punta con un piatto più ricco a strappare un contratto migliore per il prossimo triennio: si decide il 12 giugno prossimo. Sul campo siamo rimasti quarti, a inseguire l’Inghilterra. E dire che bastava poco: abbiamo solo 2,6 punti in meno degli inglesi. La Francia è in una condizione simile a noi: il Psg fa la voce grossa, ma i parigini in due occasioni non sono stati i migliori in assoluto tra i transalpini: è successo nel 2015 e quest’anno, quando il Monaco ha ottenuto risultati migliori. L’Europa, insomma, dice che mentre negli altri Paesi si delineano possibili alternanze, in Italia no e la nostra competitività interna somiglia più a chi ci sta dietro che a chi ci precede. E lo stesso vale per la Germania – altro paese con una società dominante in campionato – dove quest’anno il Bayern uscito nei quarti non è stato primo assoluto avendo avuto un ex aequo in termini di punti raccolti con il Borussia Dortmund (che vale il 20% dei punti tedeschi in Europa nel quinquennio contro il 24,9% dei bavaresi).

JUVE, SPRINT PER BERNARDESCHI

Dominio spagnolo Si confermano come più competitivi in assoluto il campionato spagnolo e quello inglese. Il primo domina in lungo e Udinese) con un 7% complessivo in cui spicca come migliore presenza quella granata del 2015: 16,5 punti totali. Solo 3 in Champions Senza la Juve il campionato arretrerebbe di un livello, alle spalle della Francia, ovvero perderebbe il quarto posto in Champions, che sarà dall’anno prossimo (grazie anche al lavoro diplomatico di Andrea Agnelli all’Uefa) il regalo fatto dalla federazione europea più al nostro mercato televisivo che al nostro mercato sportivo. L’Uefa del resto punta con un piatto più ricco a strappare un contratto migliore per il prossimo triennio: si decide il 12 giugno prossimo. Sul campo siamo rimasti quarti, a inseguire l’Inghilterra. E dire che bastava poco: abbiamo solo 2,6 punti in meno degli inglesi. La Francia è in una condizione simile a noi: il Psg fa la voce grossa, ma i parigini in due occasioni non sono stati i migliori in assoluto tra i transalpini: è successo nel 2015 e quest’anno, quando il Monaco ha ottenuto risultati migliori. L’Europa, insomma, dice che mentre negli altri Paesi si delineano possibili alternanze, in Italia no e la nostra competitività interna somiglia più a chi ci sta dietro che a chi ci precede. E lo stesso vale per la Germania – altro paese con una società dominante in campionato – dove quest’anno il Bayern uscito nei quarti non è stato primo assoluto avendo avuto un ex aequo in termini di punti raccolti con il Borussia Dortmund (che vale il 20% dei punti tedeschi in Europa nel quinquennio contro il 24,9% dei bavaresi). Dominio spagnolo Si confermano come più competitivi in assoluto il campionato spagnolo e quello inglese. Il primo domina in lungo e Udinese) con un 7% complessivo in cui spicca come migliore presenza quella granata del 2015: 16,5 punti totali. Solo 3 in Champions Senza la Juve il campionato arretrerebbe di un livello, alle spalle della Francia, ovvero perderebbe il quarto posto in Champions, che sarà dall’anno prossimo (grazie anche al lavoro diplomatico di Andrea Agnelli all’Uefa) il regalo fatto dalla federazione europea più al nostro mercato televisivo che al nostro mercato sportivo. L’Uefa del resto punta con un piatto più ricco a strappare un contratto migliore per il prossimo triennio: si decide il 12 giugno prossimo. Sul campo siamo rimasti quarti, a inseguire l’Inghilterra. E dire che bastava poco: abbiamo solo 2,6 punti in meno degli inglesi. La Francia è in una condizione simile a noi: il Psg fa la voce grossa, ma i parigini in due occasioni non sono stati i migliori in assoluto tra i transalpini: è successo nel 2015 e quest’anno, quando il Monaco ha ottenuto risultati migliori. L’Europa, insomma, dice che mentre negli altri Paesi si delineano possibili alternanze, in Italia no e la nostra competitività interna somiglia più a chi ci sta dietro che a chi ci precede. E lo stesso vale per la Germania – altro paese con una società dominante in campionato – dove quest’anno il Bayern uscito nei quarti non è stato primo assoluto avendo avuto un ex aequo in termini di punti raccolti con il Borussia Dortmund (che vale il 20% dei punti tedeschi in Europa nel quinquennio contro il 24,9% dei bavaresi). Dominio spagnolo Si confermano come più competitivi in assoluto il campionato spagnolo e quello inglese. Il primo domina in lungo eUdinese) con un 7% complessivo in cui spicca come migliore presenza quella granata del 2015: 16,5 punti totali. Solo 3 in Champions Senza la Juve il campionato arretrerebbe di un livello, alle spalle della Francia, ovvero perderebbe il quarto posto in Champions, che sarà dall’anno prossimo (grazie anche al lavoro diplomatico di Andrea Agnelli all’Uefa) il regalo fatto dalla federazione europea più al nostro mercato televisivo che al nostro mercato sportivo. L’Uefa del resto punta con un piatto più ricco a strappare un contratto migliore per il prossimo triennio: si decide il 12 giugno prossimo. Sul campo siamo rimasti quarti, a inseguire l’Inghilterra. E dire che bastava poco: abbiamo solo 2,6 punti in meno degli inglesi. La Francia è in una condizione simile a noi: il Psg fa la voce grossa, ma i parigini in due occasioni non sono stati i migliori in assoluto tra i transalpini: è successo nel 2015 e quest’anno, quando il Monaco ha ottenuto risultati migliori. L’Europa, insomma, dice che mentre negli altri Paesi si delineano possibili alternanze, in Italia no e la nostra competitività interna somiglia più a chi ci sta dietro che a chi ci precede. E lo stesso vale per la Germania – altro paese con una società dominante in campionato – dove quest’anno il Bayern uscito nei quarti non è stato primo assoluto avendo avuto un ex aequo in termini di punti raccolti con il Borussia Dortmund (che vale il 20% dei punti tedeschi in Europa nel quinquennio contro il 24,9% dei bavaresi). Dominio spagnolo Si confermano come più competitivi in assoluto il campionato spagnolo e quello inglese. Il primo domina in lungo e in largo. Basti ricordare oltre alle due pluricampioni Real e Barcellona i risultati di Atletico Madrid e i trofei del Siviglia, ma anche l’exploit del Celta Vigo (undicesimo nella Liga, semifinalista europeo). Con un dato su tutti ancor più beffardo per i bianconeri: la Juve nelle ultime 4 stagioni – ovvero da 2013-2014 a quest’anno – è l’unica squadra non spagnola (battendo il Barcellona quest’anno e il Real nel 2015) ad aver eliminato le grandi di Spagna, che per il resto sono uscite solo in seguito a derby.

Democrazia Premier La Premier invece oltre ad essere quella che ha alternato il numero maggiore di squadre in Europa (ben 14) è giocoforza anche quella che distribuisce di più i punti conquistati dividendo il merito soprattutto tra Chelsea (16,6%), City (15,9%) e United (15%) con l’Arsenal primo (17,1%) che potrà il prossimo anno con l’Europa League consolidare questo suo platonico primato. Non è un caso, quindi, se la Juventus vince sempre in Italia. E non c’è alcun #finoalconfine che tenga: la squadra bianconera – che nel settennato di Andrea Agnelli è passata dal 43° posto al quinto, vale la pena ricordarlo, con il miglior avanzamento europeo in assoluto – all’estero conferma di essere la migliore, ora deve “solo” guarire dalla sindrome da finali.

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