Dani Alves: «Io come Picasso, chi mi capisce mi ama»

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Dani Alves: «Io come Picasso, chi mi capisce mi ama»
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Poi l’esterno della Juventus dice la sua sul calcio italiano: «In Italia non devo solo giocare a football ma capirlo. È meglio»

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SU TITE E IL CALCIO ITALIANO – Poi l’elogio per un allenatore: “Tite è un grande tecnico e un ottimo gestore di uomini, proprio come Guardiola – ha detto –. La sua grandezza è nel fatto che qui (in nazionale n.d.r.) ha fatto cambiare tutto, e ha un grande rispetto per ogni calciatore che convoca: si preoccupa di più per chi esclude che per chi fa giocare. Se può fare bene anche in Europa? Sono certo che può fare bene ovunque, anche se in Europa la sua è una professione dura”. Non poteva mancare una sua considerazione sull’esperienza in Italia, alla Juve. Cosa è cambiato rispetto al Barcellona? “Penso che la differenza tra il calcio brasiliano e quello che si gioca in Spagna sia piccola – ha detto Dani Alves –, visto che si va in campo soprattutto per attaccare, prevale il calcio offensivo. In Italia predomina la parte tattica, la lettura della partita e il modo migliore d’interpretarla. Non devi solo fare ma anche capire. E questo per me è un bene: quanto più capisci il football, tanto meglio lo giochi, conoscere vuol dire accorciare la strada. Farlo secondo me non vuol dire essere pigro, ma intelligente”.

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