Cuadrado-Hakimi, altro che terzini: sono i signori del gol

La freccia di Pirlo li crea, quella di Conte li segna: sono loro le pedine da scudetto in un ruolo profondamente cambiato. C’erano una volta Gentile e Burgnich…

C’erano una volta Tarcisio Burgnich, la Roccia, e Claudio Gentile, il Feroce Saladino, terzini destri dalla scorza dura, che se ne stavano in difesa, responsabili come fratelli maggiori, per consentire ai loro numeri 3, belli e fatali, di fluidificare verso la gloria, tra i sospiri delle fanciulle: Giacinto Facchetti e Antonio Cabrini. Il mondo è cambiato, il calcio pure. Sabato il terzino destro dell’Inter, Achraf Hakimi, ha segnato due gol e quello della Juve, Juan Cuadrado, ha servito due assist decisivi. Non c’è ruolo nel calcio moderno che sia stato trasfigurato come quello del terzino. Perché? Perché l’esasperazione della condizione atletica ha portato all’esasperazione del pressing. L’aggressione al centrocampo, dove si crea il gioco, ha stimolato la costruzione laterale, esattamente come accaduto nelle metropoli moderne: chiusi i centri storici intasati, si è deviato il traffico su tangenziali e raccordi anulari. Ecco i terzini con il colletto bianco, veri e propri play esterni. Tutti e due, non solo uno, riprendendo la lezione dell’Ajax degli anni ’70, dove il destro Surbieer non spingeva meno del sinistro Krol. Non è un caso che il Liverpool campione del mondo abbia i terzini più forti del mondo: Alexander-Arnold e Robertson. E non è un caso che nel Milan capolista il giocatore più cresciuto sia il terzino destro Calabria e che gran parte del gioco poggi su quello sinistro, Theo Hernandez. Nella lotta scudetto il fattore terzino peserà non meno della faida Ibra, Lukaku, CR7.

SEMPRE PIU’ HAKIMI

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Innalzare la qualità di gioco: era il nuovo step di Conte, dopo l’ottima stagione scorsa, in cui ha educato le sue linee di gioco. L’inserimento di Eriksen, un trequartista abile nella rifinitura, poteva essere la soluzione (3-4-1-2). Il danese non ha funzionato e Conte ha ritrovato gli equilibri giusti rinculando nella purezza del 3-5-2. A quel punto, per fare il salto di qualità, deve esasperare la proposta offensiva in fascia: Hakimi-Perisic. Il paragone con il Liverpool ci sta: mediana muscolare (Henderson, Wijnaldum, Milner…) e tanta costruzione in fascia. Il prossimo step dell’Inter sarà mantenere la robustezza del centrocampo, alzando la qualità dei protagonisti: Paredes, De Paul… Perché, dalla finale persa col Siviglia agli incroci con il Real, Conte ha sempre sofferto il miglior palleggio. E per vincere in Europa gli esterni non bastano.

TROPPO CUADRADO

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Pirlo vuole cinque attaccanti spalmati in ampiezza. L’idea non funziona se, quando la palla sale, i cinque sono già schierati, fermi. Per le difese diventa più facile contrastarli. Mancini attacca allo stesso modo in Nazionale. Ripensiamo al gol di Barella in Olanda: l’interista attacca lo spazio, entra in area e segna di testa. Kulusevski, nel derby, aveva lo stesso compito di Barella: attaccare il mezzo-spazio destro, cioè la zona tra l’ala destra e il centravanti. Ma quasi mai l’ha fatto di corsa, sfruttando la sua potenza. Quasi sempre ha ricevuto palla da fermo, spalle alla porta. Così diventa troppo marcabile. La Juve cade spesso in questo stallo offensivo: transizione lenta e attaccanti già schierati che non possono essere serviti sulla corsa. La palla allora comincia a circolare lungo il perimetro e finisce sempre nei piedi di Cuadrado. Non sempre però due cross dalla trequarti, facilmente leggibili, diventeranno assist vincenti. Il colombiano resterà una colonna: play, rifinitore, equilibratore, ma se riceverà qualche passaggio in meno, potrà anche essere un buon segno. Vorrà dire che, quando si affaccerà in attacco, partendo dalla sua posizione difensiva di terzino, il pallone sarà già arrivato a destinazione, meglio se a un compagno in movimento. Vorrà dire cioè che il centrocampo bianconero, finora il reparto più imperfetto nel cantiere di Pirlo, avrà fatto progressi nella costruzione del gioco e avrà meno bisogno di delegare al playmaker laterale.

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