Conte: “Sono contento di Eriksen: gioca il giusto. Mi dirà Sanchez se sta bene”

Il tecnico: “Vogliamo proseguire il nostro percorso. Il danese ha avuto il suo spazio e ha dimostrato il suo valore”. Sul cileno: “È stato visitato stamattina, valuteremo oggi”

Il derby di Antonio Conte è “una partita che vale tre punti come le altre, ma di sicuro con difficoltà maggiori. Anche perché affrontiamo una squadra forte, che ha finito lo scorso torneo in maniera importante e quest’anno ha ripreso nella giusta maniera. Noi però vogliamo proseguire il nostro percorso. Siamo solo alla quarta giornata, ci saranno altre prove di maturità. Ma mi aspetto una crescita sotto tutti i punti di vista, anche sul piano della responsabilità”.

Morale alto in nazionale

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E ancora: “Gli ultimi giocatori sono rientrati ieri, sicuramente se fai bene in nazionale torni con il morale più alto, anche se avrei preferito almeno un giorno in più per preparare la partita. Sarà nostro compito sfruttare il momento di questi giocatori. Ma non penso che le nostre difficoltà debbano abbassare o alzare l’intensità o la voglia, quelle devono restare sempre le stesse a prescindere. E io sono molto contento di quel che vedo dai miei calciatori”.

Nodo Sanchez

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Conte però non scioglie il dubbio della vigilia, quello relativo a Sanchez: “È stato visitato stamattina, ha un affaticamento muscolare, faremo valutazioni nell’allenamento del pomeriggio. Cercheremo di essere molto attenti, questa è la prima partita di un ciclo di sette partite, ci prenderemo il giusto rischio, se Sanchez sarà a disposizione è perché darà garanzie, a questo mi riferisco quando parlo di responsabilizzazione, a lui la responsabilità di dire se sta bene o no. Io non escludo nulla”.

Eriksen

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Conte poi affronta la questione Eriksen, polemico a parole nei giorni del ritorno con la Danimarca: “Come formazione ho meno ‘problemi’ di altre volte, tra virgolette. Domani è la prima partita di sette, tutte importanti. Ci saranno rotazioni necessarie, sono molto tranquillo. Tutti saranno protagonisti, affinché tutti capiscano bene cosa c’è da fare. L’importante è che ci sia disponibilità sia a giocare dal primo minuto sia a gara in corso”. E ancora: “Se all’Inter lui giochi poco o meno, questo non lo so. In questo momento sta giocando il giusto, io prendo decisioni per il bene della squadra, poi posso sbagliare o no. Io sono contento di quel che sta dando Eriksen, di come si è integrato nel gruppo, credo anche lui sia felice di lavorare con me e con i compagni. Ci sarà spazio per lui, sarà una stagione lunga, domani saremo solo in 4 a centrocampo. Eriksen ha avuto suo spazio e ha dimostrato il suo valore”.

Sul Covid

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Questione Covid: “Il momento è difficile, dovremo tutti essere bravi e collaborativi, propositivi, accettare la situazione in essere, avere molta pazienza e disponibilità: abbiamo passato un periodo molto duro, mi è dispiaciuto che ce ne siamo dimenticati troppo in fretta. Dobbiamo essere più uniti che mai, fermarsi sarebbe disastroso per tutti. Non mi sembra giusto lamentarsi: bisogna unirsi e fare il massimo, ognuno nel proprio ambito, è la cosa importante per tutti gli italiani. I nostri positivi? Li monitoriamo quotidianamente con lo staff atletico, con sedute video, per mantenere un minimo di condizione. Il problema non è tanto il virus, ma il fatto che a casa c’è difficoltà di allenarsi, quando torneranno dovranno rimettersi al pari dei compagni”.

All’attacco

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Poi sull’atteggiamento offensivo della sua Inter: “Il calcio cambia, è sempre in continua evoluzione. Ognuno poi lavora in base alle proprie possibilità e alle situazioni, ma in Italia si è alzato il livello di e la voglia di confrontarsi a viso aperto. Una volta la difesa a tre veniva considerata un passo indietro, ora sempre più club la adottano: è un passo in avanti, un’evoluzione”. Sul duello Hakimi-Hernandez: “Hanno la velocità come arma micidiale, ma anche ottima qualità tecnica”. Chiusura sul derby senza stadio: “Dispiace che si giochi senza pubblico, si lavora e si suda proprio per dare soddisfazioni ai tifosi, mi dispiace che non ci sia questo scambio di emozioni. Ma ribadisco un concetto: cerchiamo di essere quanto più collaborativi e propositivi per uscirne nel migliore dei modi, cerchiamo di aiutare chi deve prendere decisioni”.

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