Bundesliga, il pagellone del mercato

La Bundesliga è stata il primo campionato a muoversi in questo calciomercato. Prima dell’Europeo, già erano stati completati molti degli affari più importanti della sessione estiva appena conclusa. Mats Hummels e Renato Sanches al Bayern Monaco, per esempio, così come Raphäel Guerreiro (campione d’Europa col Portogallo) e Ousmane Dembele al Borussia Dortmund. Due come al solito le regine, che hanno preso strade diverse per cercare di raggiungere uno stesso obiettivo.

Ma le principesse del mercato non sono mancate, almeno non in Germania. Difficile trovare chi davvero abbia deluso le aspettative, se non per motivi strettamente legati alle poche risorse (vedi Darmstadt). C’è chi si è mosso in estremo anticipo, chi in grande ritardo. Lo Schalke, per esempio, ha chiuso tre operazioni importanti – Stambouli, Bentaleb e Konoplyanka – negli ultimissimi giorni disponibili. Ma andiamo a scoprire, con ordine, quali sono stati i top e i flop di questo calciomercato estivo tedesco, il più vivace (quasi 600 milioni spesi) di sempre.

TOP

• Bayern Monaco: pur con il dubbio della continuità sotto Ancelotti, nuovo allenatore, i bavaresi si sono mosse presto e bene. Rinforzata la difesa con uno dei migliori centrali in circolazione, Hummels – trasferimento che ha anche indebolito la concorrenza -, potenziato il centrocampo con un classe 1997 già campione d’Europa come Sanches. Unica pecca la cessione di Benatia, che non assicura molta profondità in panchina.

• Schalke: la cura Heidel, nuovo ds ex Mainz, già comincia a fare effetto. Per capire se funzionerà ci sarà bisogno di tempo. A dispetto di una prima partita tragica in Bundesliga, i königsblauen si sono mossi benissimo in due direzioni durante questo mercato. Dopo aver perso a zero Matip e lasciato partire Sane per 50 milioni, la ricostruzione è stata pressoché completa: rinforzato l’esterno con Naldo e Baba, il centrocampo con Coke (già gravemente infortunato), Stambouli e Bentaleb, l’attacco con Konoplyanka e Embolo (acquisto più oneroso della storia del club). Ora la rosa è completa, ma c’è ovviamente bisogno di vincere.

• Amburgo: era da tempo che nel nord della Germania non si puntava così in alto. Per l’HSV sono arrivati i soldi degli investitori e i risultati sul mercato sono stati immediati: l’acquisto di Halilovic (prestito con diritto) è ambizioso, tanto quanto quello di Filip Kostic, esterno ex Stoccarda che vale una squadra da coppe europee. E poi Bobby Wood, talento made-in-USA di origini hawaiane che promette di fare faville in avanti. Unica pecca? Douglas Santos non è detto sia l’uomo giusto per la difesa, che già è storicamente piuttosto traballante. Voto alto per l’Amburgo, comunque.

Per quanto riguarda il Borussia Dortmund, bisognerà aspettare il corso del campionato. Il progetto-giovani è ambizioso, Götze e Schürrle ancora da inquadrare. Giudizio rinviato, dunque, anche se il BVB è parecchio sexy. Un giusto segno più vicino a Hoffenheim, RB Leipzig (quasi 50 milioni spesi), Bayer Leverkusen e Werder Brema (Gnabry e Kruse su tutti), a patto che la squadra sia messa nella condizione di stare in campo: il 6-0 col Bayern non promette molto bene.

FLOP

• Ingolstadt: preoccupano non tanto i pochi e modesti acquisti, quanto le cessioni pesanti: Benny Hübner era il pilastro difensivo della squadra, Da Costa e Bauer due ottimi giovani. Non è un caso che l’Ingolstadt, quest’anno, sia considerata una delle maggiori condidate alla retrocessione.

• Darmstadt: in Bundesliga è la squadra con meno risorse in assoluto, quindi è in parte giustificata. L’immobilismo dei primi mesi, se non in uscita – dura perdere Sandro Wagner, Caldirola e Rausch -, ha lasciato spazio a numerosi acquisti nell’ultimo periodo, ma quasi tutti di seconda mano: rinforzarsi con un paio di giovani da crescere e con le riserve delle concorrenti non è esattamente l’ideale. La salvezza è impresa quasi impossibile.

• Eintracht Francoforte: sei delle dieci operazioni sono giovanissimi in prestito da mezza Europa. Aigner è partito, in avanti è arrivato un panchinaro di professione come Hrgota, di certo col fuoco dentro. Il mercato dell’Eintracht, però si ferma praticamente qui. Dovessero tenere il ritmo dello scorso anno, rischieranno ancora di finire nella zona caldissima. Anche se la vittoria alla prima giornata dà segnali di speranza a Kovac.

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