Un buon Genoa non va oltre l’1-1. E a sorridere è più il Venezia

Henry sblocca la sfida salvezza, poi il pari di Ekuban. Restano sei i punti tra le due, con la squadra di Zanetti che nel finale rischia grosso

Dal nostro inviato  Fabio Bianchi

20 febbraio – VENEZIA

Finisce come forse nessuna delle squadre avrebbe voluto. Finisce nel modo giusto però, perché il pareggio è il giusto sommario della partita. Un tempo a testa, una sfida a scacchi degli allenatori, una partita di cuore. Che Pau a Venezia e Genoa che si sono giocati questa scontro diretto per la salvezza senza paura. Solo che il punticino serve a poco a entrambi.

BOTTA E RISPOSTA

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Come detto, ci sono state due partite in una. Il Venezia è partito come aveva finito la gara col Torino, con la difesa 3, e ha preso subito in mano il gioco. Determinata a raggiungere l’obiettivo ha premuto a fondo sui pedali, messo in difficoltà la difesa rossoblù e dopo 10 minuti è passata in vantaggio sugli sviluppi di un corner di Aramu: spizzata di Ceccaroni con Henry pronto a ribattere di testa in rete. La reazione del Genoa, schierata con un 4-3-1-2 con Gudmundsson dietro le punte Ekuban e Destro, è stata davvero blanda. Il Venezia copriva bene le zone del campo e ha continuato a dirigere le operazioni e difendere bene. Qui sono cominciate le schermaglie tattiche di Zanetti e Blessin. Il primo ha spostato n mezzo Aramu a fare da trequartista ma soprattutto dare un occhio a Badelj. Il tedesco ha alzato Rovella e messo a sinistra Ekuban per un 4-2-3-1 più offensivo. Mosse giuste per entrambi, ma decisiva per il Genoa. Il Venezia ha avuto un paio di chance con Nani (tiro da lontano) e Aramu (sassata respinta da Sirigu), ma il Genoa ha trovato il pari con Ekuban, alla prima vera azione insistita in attacco, pescato proprio a sinistra abbastanza ibero per andare all’uno contro un con Caldara, dribblarlo e piazzare il diagonale vincente. Eravamo al minuto 30, poi è successo ben poco: leggera supremazia de venezia senza occasioni. E un tiro di Badelj la tramonto del primo round neutralizzato da Romero.

Partita a scacchi

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Nel secondo round il Venezia ha spennato presto Sirigu con una sassata di Aramu, alta,e una punizione velenosa dello stesso che Ostigard, entrato per Vasquez, ha devia in angolo. Poi è salito di tono il genoa grazie anche ai cambi. Blessin ha speso tuta la cavalleria nel tantino di portare a casa il punteggi pieno, cambiando uomini e posizioni in campo. Ha giocato per dieci minuti con Portanova mediano per Sturaro (facendo entrare anche Yeboah per Rovella) poi lo ha alzato quando ha fatto entrare Galdames (altro trequartista). Anche Zanetti ha corretto bene la squadra: ha fatto entrare Ebuhei a sinistra, spostando Haps a destra, per aiutare Caldara a tenere Ekuban, ma purtroppo Ebuhei si è fatto male a ha dovuto lasciare il posto a Ullmann. E poi ha provato a sorprendere il genoa con la velocità di Johnsen (al posto di Nani). Ne è uscita una bella schermaglia tattica, con il Genoa più riporsi ti voto e pericoloso. L’azione chiave è stata quella dove da un cross di un ottimo Cambiaso, una zuccata di Yeboah a colpo sicuro ha trovato Svoboda a salvare sulla linea e sulla ripartenza tre contro tre Johnsen ha pescato Aramu che però ha tirato molto male. Uno a uno e dal fondo non scatta nessuno.

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