Ucraina, ora l’ultimo sforzo per il Mondiale. C’è Bale sulla strada per il Qatar

Oggi in Galles i gialloblu di Kiev disputano la finale playoff per il Mondiale. Zinchenko: “Sarà una gara di sopravvivenza daremo tutto”

Cento giorni fa Oleksandr Zinchenko del Manchester City non usò la diplomazia sui social media. All’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina postò una foto di Putin scrivendo: “Spero che tu muoia la più dolorosa e sofferente delle morti”. Contro la Scozia mercoledì, nella semifinale dei playoff mondiali, Zinchenko è stato il migliore in campo. Poi negli spogliatoi già pensava al Galles, il match di oggi, la finale playoff per il Qatar: “Abbiamo 4 giorni per riposarci, ma la cosa più importante è essere pronti mentalmente. Non sarà un match fisico o tattico ma di sopravvivenza. Ognuno combatterà fino alla fine e darà tutto, perché gioca per il proprio Paese”.

Troppa retorica?

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Forse. Ma considerando le condizioni vissute dagli ucraini negli ultimi tre mesi si può comprendere il loro stato d’animo. L’atalantino Malinovskyi ha raccontato in ritiro “di avere i genitori e un fratello in Ucraina. Quando mi alleno e sono in campo non penso alla guerra, mi rilasso, mi concentro sul mio lavoro. Sono le sole due-tre ore al giorno nelle quali non penso alla nostra situazione”. Ruslan non è stato sorpreso dalla forma dei compagni della Dinamo e dello Shakhtar, gente che non scendeva in campo per un match ufficiale da metà dicembre. “Ma perché in allenamento abbiamo avuto grandi performance, giocando come fossero gare vere, con tackles e anche qualche infortunio…”. Taras Stepanenko, 32enne cervello dello Shakhtar e dei gialloblù, fan di Ibra, di Ferguson e del vino rosso italiano, dopo il successo sugli scozzesi ha ammesso: “Non mi sembra di aver corso meno del solito, anzi mi sono sentito molto bene”.

L’altro Sheva

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Taras porta il nome del più grande poeta e pittore ucraino, l’omonimo del grande calciatore milanista Sheva, Taras Shevchenko, appunto. Nella sua lirica Il testamento, circa 150 anni fa, usa versi che di sicuro piacerebbero a Zinchenko: “Le caten rompete, Che il sangue dei nemici spruzzi la libertà”. Molto più semplicemente il biondo esterno del City ha detto: “Abbiamo un sogno. Andare al Mondiale e dare emozioni alla nostra gente, lo merita. Poi dobbiamo sconfiggere l’aggressione russa e fermare la guerra”. Il conflitto, pensiero ricorrente per chi ha i parenti in patria. Come il difensore Karavaev: “Sono molto preoccupato perché i miei genitori vivono a Kherson e ora è occupata dai russi”. O uno dei massaggiatori che ha il padre a Mariupol e non ne sa niente da giorni.

Qui, Cardiff

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Ma anche il Galles è davanti alla “partita più importante della nostra storia”, come dice Joe Rodon, 24enne difensore del Tottenham di Conte. I Dragoni non vanno a un Mondiale dal 1958. E allora fu un’impresa fortunata. Eliminati nei gironi dalla Cecoslovacchia, furono ripescati al playoff contro Israele. Nella zona Asia-Africa infatti, né la Turchia, né Egitto, Sudan e Indonesia accettarono di giocare contro la nazionale di Tel Aviv, per solidarietà col boicottaggio arabo. Ma la Fifa impose a Israele almeno uno spareggio. E sorteggiò fra le seconde dei gruppi europei. Il Belgio, fortunato, rifiutò di giocare in Israele, cosa che accettò invece il Galles dello juventino John Charles. E vinse 2-0 all’andata e al ritorno. Stavolta ci sono Bale e Ramsey. Gareth a marzo ha risolto la semifinale playoff con l’Austria con una doppietta e ha detto: “A tutti dispiace per quanto sta accadendo in Ucraina, ma questo è calcio e io voglio vincere per il mio Paese”. Lo juventino Ramsey, tornato dal prestito ai Rangers, nel novembre del 2019 firmò la doppietta all’Ungheria che qualificò i Dragoni all’Europeo 2020. Insomma, il c.t. Page può contare sui suoi Dioscuri

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