Tour de France, quarta vittoria di Mark Cavendish, come Merckx. Lo sloveno Pogacar sempre in giallo

Tour de France, tappa 13, quarta vittoria di Mark Cavendish, il ragazzo dell’isola di Man che vive in Toscana. Uguagliato il record di Merckx. In totale al Tour ha vinto 34 tappe. Lo sloveno Pogacar sempre in giallo.

La favola continua. Mark Cavendish ha vinto la sua quarta tappa al Tour. Ha uguagliato il record di Eddy Merckx. E l’ha vinta alla sua maniera. Cioè con una volata strepitosa, pericolosa, rabbiosa, fantastica.

Merito anche del suo “treno” ( Ballerini e Morkov ) che l’ha pilotato  – di forza, mestiere, tempismo perfetto -fino ai 250 metri dalla linea d’arrivo.

Poi è uscito il missile inglese come un tappo di champagne. È balzato dalla quarta posizione alla prima , ingobbendosi nello sforzo titanico, mulinando le sue leve esplosive con una raffica di pedalate irresistibili, micidiali.

Uno spettacolo. Subito dopo l’ abbraccio commosso e commovente dei “ lupi della Deceunink-Quick Step “. La sua squadra. Ballerini che ricorda le sofferenze di Mark  – prima la mononucleosi poi la depressione – è la lunga assenza dalle vittorie. Tre anni di inferno, porte in faccia, umiliazioni. Un anno fa voleva addirittura ritirarsi. Non vinceva più e gli anni erano diventati 36. Troppi, sulla carta, per un velocista puro.  La squadra belga, unica del Circo, gli ha teso una mano e l’ha voluto. Un affarone. Sportivo, umano, sociale. Giù il cappello.

Ordine di arrivo della 13.ma tappa del Tour

Primo Cavendish , secondo il compagno di squadra Morkov ( stupendo “pesce pilota”), terzo Philipsen, quarto  Garcia cortina, quinto  Van Poppel.

A seguire Deba, Laporte, Greipel, Cort Nielsen, Suyven. Immutata la classifica generale: primo Pogacar, secondo Rigoberto Uran, terzo Vingegaard, quarto Carapaz, quinto O’CONNOR . Il primo degli italiani Matteo Cattaneo, undicesimo.

È stata una tappa ancora, tutto sommato, leggera. Senza particolari difficoltà altimetriche. E il gruppo se l’è presa comoda. Lasciando in fuga ( controllata ) Bakelants, all’attacco solitario del britannico Pacher. Poi il forcing del gruppo assorbe i fuggitivi a venti chilometri dall’arrivo.

La Nimes-Carcassonne di 219,9 km è stata di fatto una tappa di avvicinamento alla temuta terza settimana.  Paesaggi mozzafiato ma poche variazioni. Certo, tappa lunga ma con un solo GPM a inizio percorso che non ha sparigliato le carte della generale ( 5,5 km al 3,6% ). Uno strappetto al km 51 e poi basta. Traguardo volante al km 104   e poi solo terreno vallonato fino al traguardo situato non lontano dal golfo di Lione.

Una sola insidia: le due curve a novanta gradi nel finale. La Carovana è arrivata nella regione della Linguadoca, nel sud della Francia. Città nevralgica. Qui sono passati in tanti: Romani, Visigoti, Saraceni. E ognuno ha fatto le sue fortificazioni. Visibili e ben frequentate da visitatori di mezzo mondo.

Due altri record che ha ( finora ) registrati questo Tour: record di ascolti  e ritiri.

 Il primato degli ascolti è stato sbriciolato in Francia dove la Grand Boucle ha addirittura superato gli Europei di calcio ( fonte Tuttobici web ).  Merito della iconica tappa del Ventoux.

Meno gradevole ( eufemismo ) il secondo  sempre legato all’epica giornata del doppio Ventoux : record di ritiri in una sola tappa. Ben sette a cui va aggiunto il britannico Luke Rowe giunto al traguardo fuori tempo massimo. Degli otto usciti di scena Tony Martin della Jumbo Visma è stato la vittima più illustre a causa di una brutta caduta.

E così la squadra è rimasta solo in cinque avendo già perso Robert Gesink e il capitano Primo Roglic. Il totale dei ritirati è salito a 31 con i   tre della tappa odierna. Cioè Yates , Kluge ed Hamilton.E la strada per Parigi è ancora lunga.

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