L’ex granata svaria e colpisce. Ljajic meglio largotwitta
TORINO – Il Toro deve ritrovare i suoi automatismi e la sua velocità di gioco, dopo la prestazione opaca di Crotone. Sarà stato per il campo “stretto” o per Ljajic troppo accentrato, fatto sta che i granata in Calabria hanno dimenticato una delle dimensioni fondamentali del calcio, in generale, e del 4-3-3, nello specifico, che sarebbe lo sviluppo della manovra in ampiezza. Il primo a farne le spese è stato Belotti, a lungo schiacciato tra difensori e mediani avversari. Contro il Chievo, ne siamo certi, Mihajlovic tornerà sui suoi passi rimettendo Ljajic a sinistra, magari chiedendogli di accentrarsi in seconda battuta. Saranno, infatti, importanti i tempi di attacco. La squadra di Maran è esperta e copre bene il campo, soprattutto la profondità. Difficile sorprenderla con giocate dirette in verticale, più facile in aggiramento.
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In fase di possesso palla il trequartista è l’uomo chiave degli ospiti. Birsa è il vero catalizzatore del gioco. Tende a spostarsi a destra per ricevere palla sul lungo linea, rientrare sul sinistro e cercare il tiro o la rifinitura. Per questo andrà spesso ad incrociare la traiettoria di corsa di Baselli. Gli interni granata dovranno poi essere pronti a guardarsi le spalle, oltre a contrastare frontalmente Castro.
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