Se volevano impressionarci, ci sono riusciti

Se Guardiola voleva impressionarci c’è riuscito. I suoi sembravano quattordici, non undici. Arrivavano da ogni parte, si infilavano ovunque, catturavano tutti i palloni possibili, tagliavano le linee e naturalmente non sbagliavano un passaggio. Mai visto Grealish giocare così, da fenomeno, all’eccellenza di Bernardo, Gundogan (prova strepitosa) e De Bruyne in fondo siamo abituati. Nella prima mezz’ora il Real non ha addirittura toccato palla, soltanto al 34’ ha dato segnali di vita centrando la traversa con Kroos. Per nulla spaventato – il mostro non si spaventa mai, fa un altro mestiere – Bernardo ha spento le illusioni madridiste con il raddoppio e la finale di Istanbul ha trovato la seconda partecipante. Per tutto il primo tempo mi sono messo nei panni degli interisti – terrore in stile Shining – ma durante l’intervallo sono giunto a questa ottimistica conclusione: Inzaghi può vincere la Champions. Perché quest’anno tutto è spiazzante, sorprendente: in campionato Simone ne ha perse undici, nelle coppe internazionali e nazionali ha mostrato volto e valori opposti. Impossibile individuare il punto d’equilibrio; sciocco, poi, sentirsi battuti in partenza.

Inzaghi: “City o Real? In ogni caso capita male”

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Inzaghi: “City o Real? In ogni caso capita male”

A Istanbul, peraltro, succedono spesso cose strane, tipo una squadra che vince 3-0 nel primo tempo ma la coppa la alza chi i tre gol li aveva subiti . Le ore che hanno preceduto la definizione dell’ultimo ostacolo sono state riempite di previsioni, timori e dubbi, pochissime certezze. Ho sentito Cambiasso, Zanetti e Chiellini augurarsi il City perché «la Champions è la casa del Madrid». Altri hanno puntato sulla squadra di Ancelotti segnalando i numeri stagionali di Haaland e la qualità di Bernardo, De Bruyne, Rodri e Gundogan. Il campo ha chiarito che se il City ripeterà la stessa prestazione è consigliabile risparmiare i soldi del viaggio. Ma da qui al 10 giugno possono succedere tante cose… Personalmente mi dispiace per Ancelotti. Ma, come ha spiegato recentemente Giannis Antetokounmpo , «dovete capire che nello sport non esiste la logica del fallimento. Ci sono i giorni buoni e quelli meno buoni, a volte riesci a vincere e altre no. Ci sono momenti in cui capisci che è il tuo turno e altre volte no. Questo è lo sport: non puoi sempre vincere, vincono anche gli altri. E quest’anno vincerà qualcun altro». Ieri era il momento no di Carlo: il solo Courtois non poteva bastargli e di fronte all’aggressività del City si è evidenziato un limite di Kroos, Modric e Benzema: col pallone tra i piedi sono supertop; senza, è dura per loro.


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