Salernitana, per la Figc trust non valido: la corsa di Lotito per evitare l’esclusione

C’è tempo fino a sabato alle 20 per apportare le modifiche che cambino l’assetto rendendo i trustee realmente indipendenti

Non tutto, ma comunque molto da rifare. La Federcalcio ha bocciato la soluzione predisposta da Lotito per evitare la doppia proprietà, vietata dalle Norme Federali, dopo la promozione in serie A della Salernitana. La relazione dei legali non respinge il trust in sé, ma il modo con cui è stato costruito. Che a differenza di quanto richiesto, non viene reputato blind, cieco, la parola passepartout indispensabile per il via libera. In sintesi: così com’è stato pensato il trust non assicura la necessaria indipendenza. Non basta la dismissione delle quote, questo dice la Figc, ma bisogna dare la garanzia della “soluzione ed insussistenza di qualsivoglia legame diretto e indiretto” tra gli organi del trust e la Salernitana, da un lato, e le “disponenti”, la Lazio e la vecchia proprietà (formata dalle due società, la Omnia Service e la Morgenstern, che fanno capo a Enrico Lotito e Marco Mezzaroma, figlio e cognato del numero uno del club biancoceleste), dall’altro. Il documento fissa un vero e proprio ultimatum: si dovranno predisporre le necessarie modifiche entro le 20 di sabato 3 luglio. E soprattutto, entro mercoledì 7, il Consiglio federale dovrà improrogabilmente pronunciarsi. La tempistica è quella dell’articolo 16 bis delle Noif e non dei controlli Covisoc. Come dire: ora il tempo non corre, vola.

Le reazioni

—  

La Salernitana, attraverso un comunicato e con le parole dell’avvocato di Lotito, Gian Michele Gentile, risponde interpretando l’iniziativa della Federcalcio come un momento di normale dialettica: “Non siamo preoccupati, la Figc ha chiesto giusti chiarimenti da precisare nello statuto del trust e noi glieli daremo speriamo già venerdì. Lotito è sereno, non vedo motivo di angoscia o ansia”. Ma la lista delle osservazioni è lunga e in città cresce la preoccupazione. Dice il sindaco, Vincenzo Napoli: “La Salernitana ha conquistato sul campo la serie A e sul campo va contesa questa vittoria. Dobbiamo essere, eventualmente, sconfitti sul campo, non da bolli, marche o ricorsi”. C’è però la consapevolezza della gravità del problema. “Il Comune era a disposizione della Salernitana per ogni intervento utile, non c’è stato richiesto nulla, si immaginava che stessero lavorando in armonia. Non possiamo entrare nei meccanismi economici finanziari di un’azienda, ma siamo pronti a dare una mano”.

Le criticità

—  

Ma che cos’ha il trust che non va? Il cuore dei problemi sta nello stesso atto costitutivo che stabilisce un “numero di componenti pari” fra trustee, i soggetti chiave del trust, e i cosiddetti “guardiani”, tutori della proprietà. “Guardiani” che hanno sostanzialmente la possibilità di sfiduciare il trustee, una prerogativa che la Figc chiede di rimuovere. “Non c’è alcun riferimento a modalità di risoluzione dei contrasti nel rapporto trustee/guardiani”. Ma il punto nevralgico, lo snodo più delicato è quello della mancata indipendenza economica del trust. Per essere ancora più chiari: la vecchia proprietà ha previsto di lasciare poco o niente al trust, contando sull’arrivo della rata dei diritti televisivi, ma questo contesto potrebbe essere ambiguo per la Figc perché i trustee, senza risorse specifiche, rischiano di dover alzare il telefono e chiedere a Lotito e Mezzaroma aiuti, anche indiretti (per esempio per accordi di fornitura), per andare avanti.

Terzietà e prezzo

—  

Il documento della Figc non entra nel merito dei curriculum dei nominati, ma solleva una questione di metodo e “suggerisce” che si rimettano le scelte, o comunque si coinvolgano istituzioni super partes. Tutti i soggetti, amministratore unico e trustee, devono sottoscrivere una dichiarazione di indipendenza impegnandosi ad avvertire la Figc di ogni elemento che possa far venir meno la terzietà. C’è poi il tema tempo, i famosi sei mesi entro i quali bisogna vendere. Nell’atto costitutivo del trust si parla di un’ipotesi di proroga di 45 giorni, ma questo deve avvenire solo eccezionalmente e per consentire “l’esecuzione di accordi vincolanti già perfezionati”, quindi l’operazione cessione dovrà essere in quel momento compiuta. Infine il prezzo. Qui la richiesta della Figc è eloquente: fra i poteri del trustee ci deve essere quello di ridurlo per arrivare alla cessione.

Ore decisive

—  

La questione è chiara: da una parte ci si rende conto che la Salernitana ha meritato sul campo una promozione in serie A attesa peraltro da 22 anni e che devono essere percorse tutte le strade per difendere questo diritto, dall’altra è evidente che il rischio, anche in forma soft o transitoria, di una doppia proprietà in serie A, non può essere tollerato perché è in gioco l’A-B-C della regolarità del campionato. Insomma, una soluzione vera va trovata. E in fretta.

Precedente Il tatuaggio del tifoso svizzero è virale… e fa impazzire Napoli Successivo I tedeschi si sentono favoriti, Kane farà come Paolo Rossi? Tutto su Inghilterra-Germania