Sabatini: “Spalletti sublime. Io e Capello in Cina, che cene…”

Nel primo talk di questa terza giornata della Milano Football Week grande protagonista l’ex uomo mercato di Roma e Salernitana

La terza e ultima giornata della Milano Football Week è stata aperta dal talk con Walter Sabatini come protagonista. Intervistato da Giancarlo Dotto, l’ex d.s. della Roma e della Salernitana ha parlato del suo libro “Il mio calcio fuorioso e solitario” davanti allo sguardo di Fabio Capello (“Un grande persona e un grandissimo allenatore. Abbiamo lavorato in Cina e non è stato facile, ma che cene abbiamo fatto…”, il giudizio di Sabatini) e Mario Beretta.

Spalletti eroe a Napoli

—  

Sabatini ha iniziato parla di Walter Sabatini: “Il suo a Napoli è un capolavoro – ha detto – che lì non può essere ripetibile. La sua squadra ha giocato un calcio sublime e il merito di quello che è successo è suo. La squadra ha recepito i suoi concetti e vincere lì è qualcosa di eccezionale”.

Errore Inter e cuore Roma

—  

Sabatini è andato avanti toccando le tappe della sua carriera: “All’Inter ho fatto un errore gigantesco: rimanere fuori dall’organico del club. Se sei fuori, non conti niente per i giocatori, per lo staff o per i dirigenti. Avevamo firmato in Cina per la loro squadra cinese e poi ho accolto la richiesta di Zhang per l’Inter, dove però sono rimasto un corpo estraneo. Mi sento di chiedere scusa ai tifosi dell’Inter che meritavano un impegno a 360° da parte mia come quello nei sei anni alla Roma. Il mio più grande errore è stato lasciare l’Inter, dopo aver lasciato 8 mesi prima da Roma in maniera unilaterale”. Capello è intervenuto dicendo che lo avrebbe avuto come d.s. nella sua Roma e ha acceso i ricordi di Sabatini: “Quando sono arrivato a Roma – è andato avanti il d.s. -, Tempestilli mi diceva che quando c’era Capello anche i parcheggi dei giocatori erano perfetti, mentre adesso guarda che confusione”. Sorrisi e applausi in sala. Sabatini è andato avanti: “Vivo di sentimenti eccessivi: odio Venditti per quanto mi ricorda con le sue canzioni la Roma. La Roma è stata la mia vita: 6 anni di sofferenza, ma anche di godimento e soddisfazioni. Sono stato bene, ma quante incaz… e notti tormentate. Nel mio libro dico che mio figlio Santiago e la Roma sono le uniche cose reali della mia vita perché le ho vissute fino in fondo. Io sono un padre improbabile perché sono diventato padre a 50 anni: vorrei sempre mio figlio in casa accanto a me e invece adesso lui ne ha 18 ed è a giro per l’Italia. Un figlio mio non si poteva chiamare Francesco o Paolo; si doveva chiamare per forza Santiago…

Precedente Tre gol a partita nell'ultimo mese: tutti i numeri di un attacco... da Inter Successivo Chelsea, obiettivo portiere per l'estate: sondato Emiliano Martinez