Roma, Tancredi: “Mou non c’entra, servono giocatori forti. Capello avrebbe fatto così”

L’ex portiere giallorosso: “Quando i titolari di oggi saranno seduti in panchinaavremo una squadra competitiva”

“Io non so se manca di personalità, ma certamente quello che è successo contro la Juve, considerando come stava andando la partita, non me lo sarei mai aspettato. – dice Franco Tancredi, ex portiere giallorosso, intervistato da il Diabolico e il Divino” su New Sound Level  – Io non la stavo guardando nei dieci minuti in cui abbiamo preso tre gol e quando ho ricominciato la visione non volevo crederci. Io credo che sono i grandi calciatori che innalzano la mentalità e il livello della squadra, come ha detto Mourinho. I grandi giocatori prendono in mano il pallino del gioco e la palla non te la fanno più vedere, come faceva Francesco Totti per esempio. Ci vuole più coraggio ed una rosa di giocatori che ti portano quella mentalità che fa la differenza. Ci vogliono giocatori bravi e quando quelli che hanno giocato ieri si vedranno in panchina vorrà dire che hai una grande squadra”.

Quali sono le colpe di Mourinho?

Le colpe ce l’hanno tutti ma lui è abituato a lavorare con un’altra tipologia di giocatori o di uomini, è come se dai l’Alfa Romeo a Verstappen. Si può dire di certo che si impegnano e che cercano di fare il meglio ma questo non basta perché non giochi da solo e le partite possono andare sempre nel modo di ieri”.

Hai conosciuto realtà dove si è vinto tanto, perché a Roma si fa così fatica a vincere?

Quando ci sono delle grandi società che sanno organizzare le pedine ognuna al loro posto con nessuna intromissione e una chiarezza nel percorso, allora si vince. Noi abbiamo un percorso lungo e faticoso da fare sui tre anni ma è necessario mettere tutte le cose in ordine. Abbiamo giocato contro una Juventus di un livello simile a quella di Maifredi eppure ci siamo disuniti completamente. Serve comprare giocatori di primo livello e uomini di primo livello, noi avevamo Bruno Conti, Falcao, gente vincente che fa crescere la mentalità di tutti gli altri. Non è vero che non si può vincere a Roma ma bisogna fare le cose per bene e per fare le cose per bene ci vuole del tempo, vediamo alla fine del terzo anno di progetto dove saremo, adesso si prenderebbero delle decisioni troppo affrettate. Mourinho è chiamato ad un compito arduo che qualsiasi allenatore avrebbe trovato qui a Roma ma lui sa toccare le corde giuste”.

Tu che conosci bene Fabio Capello, cosa avrebbe fatto in una situazione come quella di ieri?

Avrebbe innanzitutto tranquillizzato i giocatori, quando preparava le partite durante la settimana cercava sempre di alleggerire la pressione sulle partite per portare tranquillità ai ragazzi. Bisogna toccare le corde di ognuno, è fondamentale per l’allenatore conoscere bene ognuno dei suoi giocatori, ma ripeto che ci vogliono i giocatori forti”.

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