Roma, ricordi Riccardi? Stava per smettere dopo Fonseca. Ecco cosa fa adesso

ROMA – Alessio Riccardi, romano e romanista, era considerato un predestinato, tanto da essere chiamato Il “Piccolo Principe”. Maglia numero 10 della Primavera di Alberto De Rossi, convocazioni a raffica nelle nazionali minori e lo sguardo dell’ex ct Mancini addosso. “In tre anni con lui, credo che mi abbia fatto saltare solo una partita. È uno dei mister che non scorderò mai. Mi lasciava libero di sbagliare, come giusto che sia. E mi è rimasto accanto anche dopo il mio addio alla Roma”, ha detto Riccardi parlando di De Rossi senior in un’intervista a Cronache di Spogliatoio. Con la Roma non ha sfondato. Nonostante un contratto importante e il mancato passaggio alla Juventus in cambio di Rugani. E nonostante l’esordio in Coppa Italia (contro la Virtus Entella) sotto la gestione Di Francesco. “Mi ricordo tutto benissimo: durante il giorno i compagni mi avevano detto: ‘Oh guarda che stasera entri, eh!’. E quindi io già dalla mattina avevo l’ansia. Quando poi il mister mi ha chiamato, ho pensato: ‘Mamma mia, sto entrando all’Olimpico’. Poi basta: come sono entrato in campo, ho pensato solo alla partita”. Poi il buio. “Ero arrivato al punto in cui volevo smettere. Non mi divertivo più ad andare al campo per allenarmi e giocare. Solo grazie ad una persona, che mi è stata accanto, non ho smesso

Riccardi, la nuova vita a Latina 

Dopo il prestito a Pescara e la mancata considerazione di Fonseca, Riccardi ha cambiato aria e vita. Adesso gioca nel Latina in Serie C. “Sono stati i primi a ricredere in me. Il mister è venuto a Roma per parlarmi e farmi sentire la sua fiducia. Ha significato tantissimo per me, soprattutto visto il momento. Mi serviva ritornare in campo, divertirmi e avere uno sfogo. Ora quando entro in campo, mi sento come ai tempi della Primavera dove mi divertivo e basta. Poi si può perdere e vincere, ma è proprio questo il bello. Per fortuna, non ho smesso”

Il traduttore all'opera, Mou guarda e sorride al cellulare

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