Roma, Bologna, carte e basettoni: quando Vieri era Bob, talento by night

Poche regole, tanti capelli, correva poco e dribblava tutti. E poi i ritardi, il ramino, gli schiaffoni, i bar di notte, la Porsche, le sigarette e quel bufalo in Australia: storia di uno che molti hanno provato a trasformare in fuoriclasse

Il Petisso Pesaola – dopo l’ennesima prestazione indisponente – confida ironicamente ai cronisti: “Ero in panchina e contavo i miei giocatori in campo, perché mi pareva che stessimo giocando in dieci. Contavo: uno, due, tre, e arrivavo sempre fino a dieci. Mi sono girato e ho chiesto a quelli della panchina: ma hanno espulso qualcuno dei nostri? No, mi rispondono. Conto e riconto. Dieci giocatori. Ne mancava sempre uno, non riuscivo mai a vederlo”. Quell’uno era Bob Vieri.

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