Riparte la Champions: da stasera le sfide tra le migliori 16

L’ultimo successo italiano

Il 22 maggio 2010 l’Inter di Mourinho mise sotto prima il Barcellona di Guardiola ( « loro felici con la palla, noi felici a Madrid », una delle più belle di José), poi il Bayern Monaco di Van Gaal appunto a Madrid, nella finale decisa dalla doppietta di Milito. Da allora, nelle 12 edizioni successive, siamo arrivati due volte in finale con la Juve (quando era la Juve), una volta in semifinale con la Roma, cinque volte ai quarti e per quattro volte, comprese le ultime due, non siamo riusciti a superare gli ottavi. La vera speranza adesso si chiama Napoli. La meno esperta, la m e no titolata, però la più bella e la più forte delle italiane in corsa. La doppietta è un sogno che si culla sotto il Vesuvio, anche se è meglio andare piano. Se in campionato il distacco dalla seconda è già una mezza garanzia di… gestione, in Champions no. Qui tutto si gioca in 180 o al massimo in 210 minuti. Si riparte questa sera con Milan-Tottenham e con Paris Saint Germain-Bayern Monaco, una finale anticipata agli ottavi, che è pure la sfida più appassionante di questo turno.

Milan-Tottenham

E’ un momentaccio per tutt’e due. Il Tottenham ne ha appena presi quattro dal Leicester, che non è più quello di Ranieri come tutti sanno, ed ora è fuori dalla zona-Champions; il Milan sta passando da un rovescio all’altro senza che Pioli riesca a trovare una soluzione, difesa a quattro, difesa a tre, Leao dentro, Leao fuori. Le sconfitte a Milanello non si contano più, nelle 8 partite ufficiali del 2023 ne ha vinte solo due, ha perso in casa col Torino negli ottavi di Coppa Italia e sempre in casa è stato travolto dal Sassuolo. Si è complicata la corsa per la zona-Champions, anche se l’ultimo successo di rabbia col Torino in campionato fa respirare la squadra. Sia per Conte che per Pioli questa è la partita, la doppia partita, che può risolvere più di un problema. Andare avanti significa restituire un senso alla stagione. Gli Spurs hanno un punto debole, molto debole, che peraltro contrasta con la mentalità calcistica del loro allenatore: hanno un sistema difensivo che fa acqua da tutte le parti. Il Tottenham ha subìto 35 gol in 23 partite, ha la quindicesima difesa della Premier, perfino l’Everton, in piena zona retrocessione, ne ha presi di meno. Giroud e Leao possono sfondare. Sarà anche l’occasione per rivedere (e rimpiangere?) ex “italiani” come Perisic, Romero e Kulusevski, oltre a Conte che torna a San Siro dove ha lasciato cuori infranti.

Psg-Bayern Monaco

Senza dubbio la sfida più affascinante, piena di campioni e di ambizioni. Se il Mondiale avrà un riflesso sulla Champions, il Psg parte favorito. Ha il re di Qatar 2022, Lionel Messi, e l’altro grande protagonista del Mondiale, Mbappé. Il Bayern, invece, ha una bella fetta del centrocampo dell’umiliata Germania. Tutt’e due in testa ai rispettivi campionati, il Paris Saint Germain deve risolvere una questione che sta diventando sempre più assillante: spende e spande, ma in Europa non è mai stato ammesso al tavolo delle grandi. Da quando (estate 2011) il club parigino è diventato di proprietà del Qatar Investment Authority, ha vinto tutto in Francia e niente in Europa. Due anni fa, nell’unica finale disputata in Champions, ha perso proprio contro il Bayern Monaco. Neymar, Messi e Mbappé dovrebbero garantire l’impossibile, ma ancora non ci sono riusciti. E’ un’altra storia quella dei bavaresi, tradizionali protagonisti di questa coppa. L’hanno vinta l’ultima volta nel 2020 e l’avevano vinta nel 2013 nella finale tutta tedesca contro il Borussia Dortmund. Il Bayern è la squadra europea che metabolizza meglio di chiunque altro ogni cambiamento generazionale.

Bruges-Benfica

Investire, far crescere e vendere. E magari, nello stesso tempo, vincere. Sono due club con programmi simili che si sfidano anche per dare più risalto alla propria argenteria. Con la cessione di due soli giocatori, Darwin Nunez al Liverpool e Enzo Fernandez al Chelsea, il club di Manuel Rui Costa ha incassato nelle ultime due sessioni di mercato la bellezza di 220 milioni di euro. E ora è lì, da capolista della Liga portoghese (5 punti più del Porto, 7 più del Braga), che si gioca il passaggio ai quarti di Champions contro il Bruges, quarto nel campionato belga, staccato di 20 punti dal Genk.

Dortmund-Chelsea

Se Abramovic era uno dei presidenti più spendaccioni d’Europa, cosa dovremmo dire del suo successore Todd Boehly? Da quando è diventato proprietario del club di Stamford Bridge ha già speso 600 milioni per rifare la squadra. Ultimo investimento i 120 per il regista campione del mondo Fernandez. Prima di lui era arrivato Mudryk dallo Shakhtar per 100. Il problema è che il Chelsea in Premier è solo al nono posto e questa sfida col Borussia Dortmund diventa vitale per i Blues. I borussiani sono in piena lotta per la Bundesliga (terzo posto, 3 punti in meno del Bayern) ed hanno appena vinto 2-0 a Brema. Fernandez da una parte, Bellingham dall’altra, bella storia davvero.

Liverpool-Real Madrid

Un po’ di tempo fa sarebbe stata un’altra finale anticipata. Oggi invece la situazione del Liverpool, decimo in Premier e in uno stato confusionale da far paura, fa pendere decisamente il pronostico dall’altra parte, dalla parte dei freschi campioni del mondo del Real Madrid che, staccati di 11 punti (ma con una partita in meno) dal Barcellona capolista della Liga, investiranno le migliori energie sulla Champions. Anche perché in panchina c’è il mago di questa Coppa: nessuno ha mai vinto 4 titoli europei come Carlo Ancelotti. Un nome, una garanzia.

Eintracht-Napoli

E’ un lungo, lunghissimo momento straordinario per la squadra di Spalletti. Quando è finita la prima fase della stagione, nel novembre dell’anno scorso, molti si chiedevano se il Napoli sarebbe stato in grado di ripetersi allo stesso livello anche nel 2023. Risposta affermativa. Il Napoli sta volando in Serie A dopo aver entusiasmato anche nel girone di Champions, primo insieme al Liverpool con 15 punti e 20 gol segnati, miglior attacco del torneo fino a questo momento. Nella prima parte della Champions, nessuna squadra ha raggiunto il livello tecnico del Napoli e l’effetto-sorpresa può diventare decisivo. Se si pensa che l’Eintracht è entrato agli ottavi col secondo posto nel girone alle spalle del Tottenham per aver segnato appena 7 gol, la differenza appare subito netta. Come in campionato, dove la squadra di Francoforte è al 6° posto e domenica scorsa ne ha presi 3 dal Colonia, undicesimo nella Bundesliga.

Lipsia-City

Tutto depone a favore di Guardiola. La qualità del gioco, della squadra e della panchina. Nell’ultima parte di stagione ha pesato, sul Lipsia, l’assenza per infortunio del bomber Nkunku (è fuori da cinque partite di Bundesliga). Sarà comunque un’impresa per i tedeschi strappare questa qualificazione. Quanto a Pep, è ancora in attesa di una Champions dopo l’addio al Barcellona. Se gli italiani la stanno aspettando dal 2010, Guardiola è lì che la guarda senza afferrarla dall’anno seguente e da allora ne ha allenati di campioni.

Inter-Porto

Cinque Coppe dei Campioni/Champions sul palcoscenico di questa partita, che possiamo definire come la partita di Mourinho: l’ha vinta col Porto nel 2004 e con l’Inter nel 2010. Sia nerazzurri che portoghesi stanno rincorrendo il sogno di un aggancio in testa al campionato, per l’Inter è un miraggio. E’ la ragione per cui questo ottavo di Champions può risolvere una parte della stagione di una delle due, o quanto meno può aiutare chi si qualifica a guardare il futuro con un po’ di ansia in meno.


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