Reina: “Alla Lazio per aiutare Strakosha, ma con Inzaghi è cambiato tutto”

Pepe Reina è arrivato alla Lazio per fare il secondo a Thomas Strakosha. Poi, però, Simone Inzaghi ha stravolto le gerarchie

Il 2022 è appena iniziato ma c’è voglia di sapere quale sarà l’esito della stagione. La Lazio è partita con l’ambizione di poter lottare per la Champions League ma alla fine, quando ha iniziato a fare i conti con la realtà, ha capito di poter al massimo competere per la conferma in Europa League. Torneo che la vedrà ancora una volta protagonista nei prossimi mesi quando affronterà il Porto nei sedicesimi di finale. Lì, molto probabilmente, tra i titolari ci sarà ancora Thomas Strakosha. Estremo difensore albanese che, tra alti e bassi, è riuscito a recuperare il proprio posto in campo anche nelle gare di campionato. Scavalcando nuovamente Pepe Reina.

Proprio il portiere spagnolo, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Fourfourtwo, ha parlato del suo arrivo in biancoceleste e di come Simone Inzaghi abbia, ad un certo punto, visto in lui il miglior numero uno della Lazio. Queste le parole dello spagnolo sul suo periodo in biancoceleste e sul futuro della propria carriera:

“Tutto è accaduto cosi in fretta. Senza rendermene conto ero in finale di Champions League. Non ero pronto per quell’esperienza al 100%, forse a causa della pressione. All’epoca pensavo che avrei giocato molto spesso in Champions League e sarebbe capitate altre finali. Non fu così, l’occasione fu unica. Quella notte eravamo la squadra migliore, perdemmo ugualmente. Il primo gol ci ha ucciso prima dell’intervallo, il secondo è stata una pausa globale con Inzaghi che tra l’altro ha colpito il pallone con la caviglia facendolo passare sotto al mio corpo. Volevo vincere per me, per i miei compagni di squadra, per mio padre. La Champions League deve una coppa alla famiglia Reina. Se non ce l’ha fatta mio padre e non ce l’ho fatta io, probabilmente sarà mio figlio a conquistarla. Luca gioca in porta nelle giovanili della Lazio, seguire le orme di suo nonno e suo padre, o almeno lo spero”.

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