Reggina, svelata la strategia per conservare la Serie B

Entra nel vivo la battaglia per partecipare al prossimo campionato di Serie B. Come noto, Reggina e Lecco sono state bocciate dagli Organi Tecnici della Figc in seguito al mancato rispetto dei termini perentori per il rilascio delle licenze nazionali. Per il Lecco il fatto più grave è rappresentato dalla situazione derivante dall’istanza che è stata presentata solo il 23 giugno, stesso giorno in cui il Comune di Padova ha rilasciato il documento di congruità al Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e concesso ai lombardi di fatto l’utilizzo dello stadio “Euganeo” per la prossima stagione agonistica.

Il caso Reggina

Per quanto riguarda la Reggina, il problema è costituito sempre dalla violazione del termine perentorio del 20 giugno per una inadempienza, però, di natura economica. Priva al momento di un presidente e del CdA dopo le dimissioni del prefetto Cardona e dei soci e interessata da un passaggio di proprietà più volte annunciato ma non ancora verificatosi, la società calabrese si è attenuta alle disposizioni del Tribunale di Reggio Calabria che ha condizionato l’omologa dei debiti pregressi al versamento di poco più di 700 mila euro entro il 12 luglio. La proprietà ha provveduto a versare i 6 milioni di stipendi della passata stagione. Ieri al patron Felice Saladini è stato consigliato dai legali che stanno curando le memorie difensive per ottenere l’iscrizione di provvedere al versamento delle spettanze residue all’Agenzia dell’Entrate. Adempimento che non ha trovato riscontri, ma senza il quale ogni tentativo di restare in B sarebbe inevitabilmente vano e l’esclusione certa. Infatti l’omologa dei debiti pregressi è vincolata proprio a questo obbligo del Tribunale. Che per via Allegri non rimuoverebbe comunque il problema.

La strategia difensiva della Reggina

Il Comunicato ufficiale 169/A del 21 aprile scorso, infatti, ha rimodulato le disposizioni della Figc in relazione ai criteri legali ed economico-finanziari di regolazione della crisi o dell’insolvenza previsti dal Decreto Legislativo Nº 14 del 12 gennaio 2019. Tutto al fine di garantire il regolare svolgimento dei campionati professionistici. Tale Comunicato fissa, in maniera inderogabile, il termine perentorio del 20 giugno 2023 per regolarizzare le posizioni anche dei club interessati da crisi, ribadendo, di fatto, l’autonomia della giustizia sportiva. Secondo i legali della Reggina, Paolo Rodella ed Enrico Lubrano, invece, il club calabrese ha presentato richiesta di ristrutturazione a dicembre, prima cioè, delle nuove disposizioni federali che, secondo la Reggina, non dovrebbero essere applicate retroattivamente. E questa è una delle argomentazioni che diventeranno materia del contendere e che decideranno il futuro della società che, come per il Lecco, si ritroverebbe dal sogno A spedita in D se avesse torto. Bisogna, infatti, stabilire se sono prevalenti le norme della Federcalcio, oppure le disposizioni del Tribunale ordinario che ha fissato al 12 luglio l’ultimo termine per sanare i debiti del sodalizio reggino. Tale contrasto aveva già portato, come si ricorderà, alla penalizzazione nella scorsa stagione della squadra di Pippo Inzaghi di 7 punti in classifica, poi ridotti a 5 dalla Corte Federale. I legali di Saladini, anche su input dell’allora presidente Marcello Cardona, avevano evitato di ricorrere al Collegio di Garanzia del Coni, scongiurando di fatto il rischio di sanzioni peggiori come chiedevano tutti i club di B in una concitata assemblea.

Reggina, nodi al pettine

Ma il Prefetto, ex arbitro, con forti legami in Via Allegri, ora non c’è più e i nodi sono tutti venuti al pettine, agitando l’estate calcistica sullo Stretto con i tifosi che solo poche settimane fa avevano sperato nella A complici le imprese della squadra di Inzaghi, altra vittima di questa incomprensibile vicenda che ora è difficile immaginare come finirà. Oppure potrebbe avere un esito addirittura scontato!


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