Real, Zidane verso l’addio. Perez, è arrivata l’ora di Allegri?

Il tecnico francese ha ancora un anno di contratto ma lascerà Madrid: “Non creerò certo problemi”

dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

24 maggio – MADRID

Il 20 aprile scorso, nelle 48 convulse ore di vita della Superlega, Florentino Perez presentando nel circense caos del Chiringuito il progetto parlò anche del Real Madrid: “La squadra ha bisogno di un cambio – disse –. Ogni tot di tempo ogni cosa ha bisogno di un cambio. Abbiamo vinto tanto ed è necessario smuovere l’ambiente per recuperare la speranza”. Il presidente della Casa Blanca ha le idee chiare, il Real Madrid deve essere rinnovato. Può anche essere che Zizou sia d’accordo, però ha un problema: l’enorme riconoscenza nei confronti dei suoi giocatori. Ragazzi che l’hanno aiutato a vincere tanto, ai quali il francese non darà mai le spalle.

ADDIO SENZA PROBLEMI

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E per questo ha deciso di andarsene. Per questo ha risposto con una parola, “Sicuro” a chi gli chiedeva se il Madrid può migliorare senza di lui. Per questo in febbraio ha alzato la voce chiedendo rispetto per un gruppo che ha coperto di gloria il Real. Zidane è stufo di dover difendere i suoi da critiche interne ed esterne, queste in gran parte alimentate dall’interno. E siccome è uno che ha sempre detto che la cosa migliore che gli è capitata nella vita è stato firmare col Madrid vent’anni fa, e non perde occasione di ringraziare il club e il presidente che lo prese a peso d’oro dalla Juventus, preferisce farsi da parte. “Non creerò problemi”, ha detto qualche giorno fa. Tradotto: rinuncerà all’anno di contratto che gli resta. Lo fece da giocatore, quando si ritirò, lo fece nel 2018, quando piantò tutti in asso dopo la terza Champions. Non è un problema di soldi, ma di sentimenti.

SEPARAZIONE CONSENSUALE

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Sabato dopo la chiusura della Liga Zidane ha detto che in settimana parlerà con Perez e chiarirà tutto ciò che concerne il futuro suo e del Madrid. L’incontro è fissato per mercoledì, e da lì ogni giorno è buono perché venga ufficializzata la separazione consensuale, per il bene di tutti. Le cose in questo senso sono chiare da tempo, visto che già quasi due mesi fa Florentino al suo circolo ristretto aveva confessato di aver preso “un ottimo allenatore”. Tutti gli indizi portano a Max Allegri, con Raul che continuerà ad aspettare il suo turno allenando i ragazzi del Castilla, molti dei quali sono stati portati in prima squadra da Zidane in questa tribolata stagione. Lo stesso fa Xabi Alonso, che è riuscito dove Raul ha fallito: portare in Segunda, la B spagnola, il “filial” della Real Sociedad. Il Sanse non arrivava così in alto da 60 anni. Prima o poi l’ex centrocampista tornerà al Real Madrid. Ma c’è tempo.

IL TERZO TENTATIVO

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Prima, salvo sorprese, dovrebbe essere il turno del terzo italiano nella storia degli allenatori del Madrid, dopo Capello e Ancelotti. Perez aveva già cercato Allegri nell’estate del 2018, quella del citato primo addio di Zidane. Max disse no, e spiegò le sue ragioni a Sky: “Più che no al Madrid ho detto sì alla Juventus. Ho parlato con Florentino però ho rifiutato la sua proposta perché avevo già preso una decisione con la Juve e volevo rispettarla. Ringrazio comunque il presidente per l’opportunità”. Perez apprezzò sincerità e fedeltà. Prese Lopetegui e lo scaricò rapidamente. Con Allegri è tornato alla carica in tempi recenti, e stavolta è stato Giovanni Galeone, ai microfoni di Radio Kiss Kiss, a spiegare le ragioni del secondo no dell’amico Max al Madrid: “Per motivi famigliari ha detto di no a grandi club, compreso il Real. Gli ho chiesto spiegazioni e mi ha detto che lui non è un pagliaccio, non poteva accettare un’offerta dopo aver detto di no ad altri appena 10 giorni prima”. In Spagna c’è un detto, “a la tercera va la vencida”. È quello che ha in mente Perez. E stavolta Allegri non ha motivi per dire di no.

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