Possesso palla e il triplo delle occasioni: ecco perchè l’Inter può vincere a Madrid

I nerazzurri vanno a caccia del primo posto del girone cercando un successo che manca dal 1967. I numeri delle prime 5 giornate di Champions mettono a confronto due macchine da gol (quasi) speculari. Ma i nerazzurri producono molto di più

L’Inter punta il Bernabeu con la forza dell’entusiasmo e dei numeri. Se vincere a Madrid per conquistare il primo posto del girone (e quindi garantirsi un sorteggio più agevole per gli ottavi di finale) appare proibitivo almeno sulla carta, i nerazzurri hanno buone ragioni e solide basi per pensare quantomeno di giocarsela alla pari contro la corazzata di Ancelotti. Lo dicono il momento d’oro e il gioco spumeggiante espresso dai nerazzurri nelle ultime due settimane, condite da quattro successi che hanno proiettato la banda di Inzaghi a un solo punto dalla vetta (con annesso sorpasso al Napoli). Ma lo dice soprattutto il confronto tra i numeri collezionati finora in Europa da blancos e nerazzurri. Numeri che delineano una sfida tra stili e filosofie di gioco simili, per certi versi addirittura speculari.

Tabù spagnolo

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L’Inter deve comunque spezzare un tabù che dura dal 1967, data dell’unico successo a domicilio contro il Real Madrid. Dopo quel 2-0 che fece volare la squadra di Herrera in semifinale di Coppa Campioni, preludio alla finale di Lisbona persa contro il Celtic, i nerazzurri sono rimasti a bocca asciutta: sei sconfitte in altrettante sfide sino a oggi nel tempio del Bernabeu, curiosamente lo stesso del triplete coronato nel 2010 contro il Bayern Monaco. Per la verità, l’Inter è chiamata a invertire una tendenza in generale negativa contro le squadre spagnole, soprattutto in tempi recenti: negli ultimi 11 confronti con squadre iberiche, i nerazzurri hanno raccolto appena un successo, il 2-0 al Getafe nell’Europa League 2020.

Testa a testa

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Ma adesso l’Inter ha mezzi e argomenti per invertire la rotta. I dati raccolti sin qui dall’Uefa dipingono due squadre dalle caratteristiche e dal rendimento molto simile, caratterizzate da una spiccata vocazione offensiva e dall’abitudine al palleggio. Quelle di Ancelotti e Inzaghi sono due squadre che puntano costantemente a comandare il gioco attraverso il possesso palla, ma con ritmi e modalità diversi: più intensi i nerazzurri, che infatti sono riusciti a concludere più volte dei madrileni (100 a 95) nonostante questi ultimi abbiano costruito più azioni (354 contro 261) e vantino un possesso palla medio superiore (58% a 51%). Indicativo un dato in particolare, che dimostra come siano entrambe squadre abituate a costruire e macinare gioco: tra Champions ed Europa League, i blancos sono primi per numero di azioni manovrate (40), vale a dire quelle terminate con un’occasione da rete dopo almeno 10 passaggi consecutivi, ma l’Inter segue appena tre posizioni dietro (dopo Bayern, City e Liverpool).

Punti di forza

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Quella di Ancelotti è una squadra che punta molto di più sulle individualità (ben 136 azioni grazie a spunti personali rispetto alle 62 dei nerazzurri), ma la truppa di Inzaghi risulta più pericolosa in zona gol con quasi il triplo delle chiare occasioni create. I Blancos hanno sì segnato quattro reti in più (12 a 8), ma dovranno fare a meno di quel Benzema che ne ha firmate cinque. Dalla sua, l’Inter ha senz’altro una migliore condizione atletica riflessa da un ultimo dato indicativo: nelle cinque partite disputate finora, la truppa di Inzaghi ha coperto le bellezza di 27 chilometri in più (569 contro 542), esibendo una freschezza e un piglio che i madrileni sembrano invece aver smarrito nelle ultime uscite in campionato. I nerazzurri, infine, vantano percentuali di efficacia maggiori in relazione ai cross (35% contro il 23%) e allo sviluppo del gioco sulle corsie laterali. Zone in cui, con il Perisic tirato a lucido dell’ultimo mese e un Dumfries in netta crescita, l’Inter può trovare la chiave per superare lo scoglio madrileno. I numeri dicono che l’impresa non è impossibile.

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