Paolo Rossi morto di tumore ai polmoni a 64 anni. Pablito, i Mondiali 82 e la tripletta al Brasile

Paolo Rossi è morto a 64 anni, per un tumore ai polmoni che l’ha consumato rapidamente. Qualcuno ha ipotizzato che fosse malato da tempo. Invece la malattia incurabile gli era stata diagnosticata poco tempo fa. Addio a Pablito, l’eroe dei Mondiali dell’82.

Paolo Rossi rappresenta il calciatore normale che vive il suo momento di grazia nel momento più importante. Era un buon giocatore, molto promettente da giovane. Chi l’ha visto giocare, giura che fosse più forte nel 78 che nell’82. In Spagna era reduce dalla squalifica per calcioscommesse. Non giocava praticamente da 2 anni.

Invece Bearzot puntò forte su di lui e lui, dopo un girone da fantasma, castigò il Brasile. I 3 gol contro la Nazionale verdeoro sono il simbolo di quel mondiale. Da quel momento la Nazionale italiana, come in trance, andrà a vincere con naturalezza il torneo. Tre gol ai maestri di uno dei Brasile più forti di tutti i tempi. Tre gol di rapina, il suo marchio di fabbrica.

Paolo Rossi morto per un tumore ai polmoni

Paolo Rossi è morto a 64 anni, era afflitto da un tumore ai polmoni. Non lottava contro la malattia da tanto tempo, come qualcuno ha ipotizzato. Ha vissuto in silenzio la notizia del male, ha provato a combatterlo. Ma stavolta non ce l’ha fatta.

L’annuncio è stato dato dalla moglie, Federica Cappelletti, con un post su Instagram. La foto ritrae i due coniugi stretti e sorridenti ed è accompagnata dal commento “Per sempre”, seguito da un cuore.

Paolo Rossi, i Mondiali 82 e l’amore dell’Italia

E nel cuore di tutti gli appassionati di calcio italiani Rossi era entrato in quell’estate di 38 anni fa. Quando con i suoi gol trascinò gli Azzurri di Enzo Bearzot a vincere i campionati del Mondo in Spagna. Tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania in finale. Il trionfo, il titolo di capocannoniere, il pallone d’oro. E un posto indelebile nella storia sportiva del Paese.

Paolo Rossi e la squalifica per il calcioscommesse

A quella competizione Rossi era arrivato dopo due anni di squalifica per il calcio scommesse. Nonostante le critiche di chi lo vedeva spento, Bearzot lo difese contro tutto e tutti e ne fu ripagato. Tutta l’Italia scese in piazza per festeggiare. Nell’immaginario del paese brilla ancora il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, esultante in tribuna a Madrid al fianco di re Juan Carlos.

La carriera di Paolo Rossi

Rossi era un rapace dell’area di rigore, un centravanti piccolo e furbo, capace di apparire alle spalle dello sventurato difensore di turno per trasformare un mezzo pallone in un gol. Era esploso nel Vicenza. Poi, dal Perugia era passato alla Juventus. Tra le sue maglie figura anche quella del Milan. A Verona la chiusura della carriera.

Con Vieri e Baggio condivide il record azzurro di nove marcature ai Mondiali. Fu il primo, seguito poi da Ronaldo, a vincere nello stesso anno campionati del Mondo, titolo di capocannoniere della fase finale e pallone d’oro. Con la Juventus ha conquistato due scudetti, una coppa delle coppe, una Supercoppa e una Coppa dei Campioni. Fu anche capocannoniere della Serie B con il Vicenza.

La vita di Paolo Rossi dopo il ritiro

Dopo la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista in Tv, prima che la malattia lo allontanasse dagli schermi. Lascia la moglie Federica e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro. Nel 2004 era stato inserito nel Fifa 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelè e dalla stessa Fifa in occasione del centenario della federazione. (Fonti: Agi e YouTube)

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