Osimhen e Kvaratskhelia, la coppia che piace ai big d’Europa

NAPOLI – Questa è la storia della vita che scorre. Che cambia in fretta: c’era una volta un ragazzino georgiano come tanti cresciuto sognando il suo idolo e oggi invece c’è un idolo che parla a un ragazzo come pochi chiamato Kvara: «Se vieni al Real ti regalo la mia maglia». Guti, il mito di Khvicha da bambino, ha scritto ieri una pagina degna d’un calcio d’altri tempi: quelli in cui Kvaratskhelia, prima di giocare per strada, disegnava il suo nome e il numero con un pennarello nero dietro una t-shirt bianca perché la sua camiseta blanca a Tbilisi era introvabile. «Non lo sapevo…». E poi l’invito al Madrid, come se ce ne fosse bisogno: Ancelotti pensa che lui sia un giocatore speciale, ma il Napoli non alcuna intenzione di cederlo e anzi lavora al suo rinnovo. Special, in inglese, è invece la versione più appropriata per Osimhen. Il gemello. L’uomo che fa impazzire tutta Europa ma anche l’uomo che vola verso traguardi inseguiti e costruiti con Kvara e gli altri: «Stiamo per fare la storia con lo scudetto. La finale di Champions? Potrebbe essere un sogno». Il suo futuro è il presente.  

Real Kvara

E allora, i figli di D1OS: tremenda gioventù azzurra, stelle gemelle. Così diversi ma così uguali, così lontani però vicini: si capiscono al volo, con gli occhi del calcio, e sabato il Napoli li aspetta con l’Atalanta per riaccendere la luce dopo il venerdì di buio con la Lazio. Il tema è quello e non si scappa, ma tutt’intorno l’eco dei rumori non smette di vibrare perché Osi e Kvara sono in cima ai pensieri di tutti. Troppo belli, per evitare di pensarli. E troppo bello è parso a Guti il racconto delle origini di Khvicha: uno che da bambino inseguiva il sogno di diventare come lui. José Maria Gutierrez Hernandez all’anagrafe, oggi allenatore di 46 anni e in passato totem del Real: 387 presenze, 6 gol e una sfilza di titoli lunga così. Comprese tre Champions. Kvaratskhelia, dicevamo, lo adorava. «Non sapevo di essere il suo idolo, ma se è servito per vederlo giocare così allora significa che ne è valsa la pena», ha detto al Chiringuito. «Magari gli posso mandare una mia maglia autografata, così non deve più scriverci il numero 14 che indossavo io. Spero che un giorno possa venire al Real».

La storia

Il Napoli, come ha detto De Laurentiis, non ha intenzione e neanche bisogno di cedere i suoi gioielli. Kvara come Osimhen, certo. Osi che ormai è sempre al centro del mercato: oggi c’è lo United, ieri il Psg, domani il Bayern, il Chelsea e così via. E tra l’altro lui stesso ha dichiarato di lavorare per arrivare in Premier, un giorno: lecita aspirazione. Un obiettivo svelato in occasione della cerimonia di consegna del premio di Atleta Straniero dell’Anno della Stampa Estera in Italia, insieme con una serie di sogni azzurri. Del tipo: «Lo scudetto? Stiamo per fare la storia: vogliamo portare a casa il trofeo, per ora non abbiamo ancora fatto nulla», ha detto ai turchi di DHA. Senza dimenticare la finale Champions e la tragedia turco-siriana: «Sono vicino alle famiglie colpite dal terremoto. Ho anche perso un fratello africano: Christian Atsu del Ghana». 


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