Napoli, una città felice da sempre

L ’editoriale più sorprendente, sfizioso e centrato sullo scudetto del Napoli non voleva essere un editoriale e non l’ha scritto un giornalista, bensì un attore di cinema e teatro, il più universalmente napoletano del momento, Vincenzo Salemme. Se vi fosse sfuggito, tranquilli: lo pubblico integralmente, ne vale la pena. Con molte parole in meno, Salemme ha saputo rappresentare quel microcosmo operoso e pieno di umanità che è il Napoli, capace di mostrarci l’immagine più sincera della città. Vi prego – comincia così – adesso non dite che lo scudetto è un’occasione di riscatto, non dite che come festeggiamo noi non sa festeggiare nessuno. Vi prego, non raccontate la nostra gioia come fosse una buffa commedia. Vi prego, non statevene al di là del vetro a guardarci, divertiti dal nostro clamore. Vi prego, non siate felici della nostra felicità come si è felici quando il meno attrezzato prevale sul forte. Vi prego non fatelo, non siate così ingenui!

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Non pensate che il Napoli sia sazio

Se volete un consiglio, vi prego, invidiateci. Perché noi siamo quelli più forti. Perché noi siamo quelli che hanno avuto tanto, anzi troppo. Vi prego, lamentatevi perché siamo i favoriti, i viziati, i troppo ricchi. Di sole, di mare, troppo cuore, sapore, calore. Vi prego, non pensate che questo Napoli sia sazio, non pensate, con un errato senso di superiorità, che questa squadra allegra e possente abbia finalmente regalato la gioia a una città dolente. Vi prego, non fate questo errore perché noi siamo una città felice. Da sempre. State attenti, vi prego, non abbiamo per niente finito. Noi siamo i campioni d’Italia e abbiamo appena iniziato! Quello che stiamo vedendo in queste ore – Salemme è appena uscito, lo sostituisco io – e che continueremo a vedere nelle prossime non solo a Napoli, in tutto il mondo, è qualcosa di unico e indimenticabile. Mi restituisce una fiducia immensa nel calcio e nella carta stampata: ne avevamo bisogno. Si parla troppo- spesso a ragione – di calo dell’attenzione, di minore passione, di nuove generazioni distratte da altre pratiche e strumenti, di scandali che allontanano la gente. Poi arriva lo scudetto del Napoli e improvvisamente ci si accorge che il pallone è ancora senza avversari. E che la carta va a ruba. Perché storicizza e scavalca la rete.

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