INVIATO A CASTEL VOLTURNO – Le casacchine a volte spiegano, altre ingannano oppure confondono: e però, a volte, nascondono pure legittimi dubbi, che appartengono alla vita di chiunque, allenatori compresi. Quando Napoli-Milan ormai è imminente e bisogna decidere, Luciano Spalletti sa bene cosa fare e pure come: però, meglio mettersi in discussione e comunque riflettere ad oltranza su forma e sostanza. Ci sono quattro punti interrogativi nel Napoli, che stanno per essere trasformati in esclamativi: è una questione tecnica, anche tattica, persino fisica, perché nelle apparenti minuzie si nasconde una strategia. Kim non ci sarà, colpa d’un cartellino giallo di troppo che gli è stato sventolato sotto al naso da Kovacs, il tormento del Napoli: e qui, di getto, Spalletti ha già investito delle responsabilità del caso Juan Jesus, che ha conoscenze radicate di questo mondo. In mezzo, è saltato Anguissa, stavolta colpa di due gialli in pochi minuti, e pure stavolta l’erede è stato individuato, toccherà a Ndombele che sembra in vantaggio su Elmas.
Le scelte in attacco
E in attacco, tra Politano e Lozano, la corsia sembra debba appartenere all’italiano, che per interpretazione sembra più adatto ad una gara che avrà bisogno di strappi e pure di equilibrio. L’ultima perplessità, manco a dirlo, a sinistra, in basso: Mario Rui o Olivera. L’assenza di Anguissa e Kim toglie saltatori su angoli e punizioni laterali; il rientro di Osimhen e la struttura di Ndombele, mescolati alla padronanza di Juan Jesus, sistemano la questione e spingono a credere che stavolta tocchi al portoghese, più rapido per un Brahim Diaz che per due volte lo ha fregato quasi alla stessa maniera. Dal passato s’impara.
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