Napoli, Elmas è un caso: con Garcia non trova spazio

Elif Elmas, alfiere del Napoli e della Macedonia del Nord, è stato tra i migliori della partita giocata sabato a Skopje dalla sua nazionale contro l’Italia di papà Spalletti (parole sue: «Per me è stato un padre»). E ancora: volendo raccontare un po’ il calcio come il basket, nella stagione dello scudetto è stato di certo il miglior dodicesimo del campionato, tra i più incisivi della squadra come spaccapartite in corso d’opera e anche dall’inizio, nonché il centrocampista più prolifico e il terzo cannoniere assoluto della rosa in Serie A con 6 gol. Il signor Luciano, una volta, lo ha definito così: «La luce dei miei occhi». E il riverbero, in estate, è arrivato fino in Bundesliga e in Premier: il Lipsia e il Liverpool lo avrebbero voluto acquistare e si sarebbero spinti a offrire 30 milioni di euro per il suo cartellino, ma il Napoli ha risposto picche, fermo e deciso, e nel frattempo ha cominciato a preparare i discorsi relativi al suo contratto, in scadenza nel 2025. La cronaca è questa, quasi completa: il dato che manca sono i 21 minuti (più recuperi) collezionati da quando è arrivato Garcia, sempre in corsa: 14 con il Frosinone, 7 con il Sassuolo. E con la Lazio, invece, non è entrato nonostante lo svantaggio e un cambio a disposizione mai sfruttato. Questione di scelte tecniche e tattiche. Il calcio è fluido.  

Elmas, poco spazio con Garcia

E allora, la situazione Elmas: Elif è uno dei giocatori che, volendosi limitare esclusivamente alle statistiche e ai numeri, sta soffrendo maggiormente la rivoluzione tecnica. Anche un anno fa, di questi tempi, non aveva mai cominciato una partita dall’inizio, ma in tre giornate aveva messo insieme 71 minuti e alla quarta con il Lecce partì titolare e segnò anche il primo gol della stagione. In squadra, per la verità, c’è anche chi come Mario Rui una stagione fa ne aveva giocate tre da titolare e stavolta neanche una (2 presenze, 38’ più recuperi), ma questa è un’altra storia: Mario è una questione di fascia sinistra – uno dei punti meno forti della partenza azzurra, per altro – mentre Elmas è un po’ ovunque. Nel senso: può fare la mezzala, il trequartista e l’esterno nel tridente. A destra e a sinistra. Un jolly. Un giocatore camaleonte. Uno di quelli che nelle squadre tutti vogliono e che però, paradossalmente, nella fluidità del calcio a volte corrono il rischio di pagare lo scotto dell’universalità. Forse. 

Elmas, segnale per Garcia

Fatto sta che in quest’avvio di stagione l’unica partita giocata da Elmas dall’inizio (e fino alla fine) è stata quella di sabato con la Macedonia del Nord contro l’Italia, nelle qualificazioni all’Europeo 2024. Tra l’altro molto bene, con ottimi risultati, nella coppia di trequartisti alle spalle della punta, spostato a sinistra: un segnale anche per Garcia, nel caso in cui volesse giocare con il 4-3-2-1. A Frosinone, invece, Rudi gli ha preferito Cajuste in partenza senza Anguissa, salvo poi spedirlo dentro al posto di Politano sul 2-1, mentre con il Sassuolo ha sostituito Raspadori a sinistra: l’allenatore, insomma, lo considera più nei cambi d’attacco che in mezzo. I piccoli ritagli collezionati finora in campionato, però, hanno destato una certa impressione anche in Macedonia, tanto che i media hanno sottolineato presunti scenari di mercato in vista di gennaio a causa dello spazio ridotto nel Napoli. I famosi 21 minuti che se fosse blackjack sarebbe vittoria e baldoria. Anche senza recuperi.

Napoli, Rudi Garcia papà per la quarta volta: è nata Sofia

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