Napoli, 3 trasferte in 9 giorni: Spalletti valuta la soluzione turnover

Il pennarello conosce la verità: e mentre lo mordicchia, in attesa del Sassuolo, Spalletti sa già cosa dovrà fare in quest’“inferno” che l’attende da venerdì in poi. La stagione va riempiendosi, si (ri)comincia e ci sarà da dosare le energie e da domare le emozioni, si entrerà in quel circolo elitario in cui il calcio assume forme ancora più fascinose e i pensieri, ovviamente, finiranno per intrecciarsi nei cieli d’Europa: da Reggio Emilia a Francoforte, a pensarci bene, sarà un attimo, un giro in aereo, atterraggio, partita, rientro e poi ancora, praticamente subito, in 48 ore, un’altra vigilia. E in nove giorni, tre trasferte consecutive, l’ultima pure da affrontare con il cuore, perché Empoli è appena oltre quel sentiero. 

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Si cambia?

Il turnover può rappresentare una scelta o anche no, dipende da cosa dirà il libro bianco in settimana e poi anche dalle rotazioni a partita in corso: con la Cremonese, a Mario Rui e a Zielinski sono stati risparmiati gli ultimi 25′ – recupero incluso – e pure questa si chiama strategia. Ma a Reggio Emilia, chissà, per ora le supposizioni restano tali avendo i minutaggi a portata di mano: Mario Rui ha messo assieme 1623′ e Olivera solo 1019‘, cronometro alla mano si direbbe che l’uruguayano avrebbe qualche chanches, che però paiono dissolversi immaginando la natura di una partita in cui sarà indispensabile avere un bel po’ di palleggiatori. I centrali non riposano mai, Kim lo ha fatto parzialmente in Coppa Italia, e ci può stare che venerdì Juan Jesus diventi un’opzione. 

Le fasce

Le certezze scolpite nel marmo sono varie, è persino sconsigliabile stilare un elenco, però Sassuolo-Napoli può diventare un’opportunità per sfuggire all’acido lattico di chi, come Lozano, ha talmente rivoluzionato le gerarchie da essere diventato padrone (quasi) assoluto della fascia destra: nelle ultime quattro, il titolare è stato lui, e i minuti che gli sono stati sottratti, complessivamente, ammontano appena a 71 e Politano può (potrebbe) trasformarsi in idea. Ma è ancora martedì, Raspadori lo sa bene, lui che torna a casa, e ci sono due allenamenti pieni e poi la rifinitura per infilarsi nel “Mapei”, evitando di pensare all’Eintracht, ovviamente: gioca chi è impermeabile a quell’amabile ossessione che si chiama Champions League.

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