Monza-Torino, Sala: “Il mio cuore diviso in due. Juric stia attento a Caprari”

Monza e Torino, avversari in campo ma mai nel cuore di Claudio Sala. Il “Poeta del gol” – da granata 22 gol in 365 partite dal 1969 al 1980, poi l’esperienza da allenatore delle giovanili e un breve avventura alla guida della prima squadra nel campionato 1988/89 – è originario della Brianza ed è cresciuto proprio nel settore giovanile biancorosso prima di spiccare il volo nel calcio dei grandi. Con il Monza ha conquistato una promozione in Serie B nel 1967 con Gigi Radice in panchina. Il binomio è poi proseguito al Torino – con Sala capitano – ed è culminato nella conquista dello scudetto del 1976. Tra passato, presente e futuro, Sala ci presenta la sfida di sabato sera tra due squadre diverse per operato sul mercato ma con la stessa voglia di iniziare bene il campionato.

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Claudio Sala, Monza-Torino la riguarda da vicino: che partita si aspetta?

«Sabato scopriremo l’effettivo valore delle due squadre. Il Monza è al primo anno in Serie A e bisognerà capire come si sono inseriti i nuovi acquisti. Nella passata stagione il Toro aveva fatto vedere di avere un’identità chiara che dovrà dimostrare anche quest’anno. Il mio rammarico è non poter essere allo stadio: speravo che Monza-Torino si sarebbe giocata più avanti (ride, ndr), ma mi rifarò al ritorno all’Olimpico Grande Torino».

In Brianza è nato e cresciuto, che ricordo conserva della sua adolescenza nel settore giovanile biancorosso?

«Era tutto bellissimo: vivevo a Macherio, in provincia, e ogni giorno mi accompagnavano in macchina agli allenamenti. Nel settore giovanile ti diverti e sei spensierato, mentre da professionista tutto dipende dai risultati. L’esperienza a Monza mi ha permesso di vestire la maglia del Torino e di ritrovare dopo anni Radice, con cui avevo conquistato una promozione in Serie B».

Lei, Luciano Castellini, Patrizio Sala e ovviamente Radice: il Torino campione d’Italia nel 1976 poteva contare su una colonna monzese.

«Io lo chiamo “il clan dei monzesi”. C’era una sorta di collaborazione tra Torino e Monza che sicuramente ha giovato a entrambe le società. Per me e per gli altri il Monza è stata una tappa importante, e vederlo in A per la prima volta in 110 anni fa piacere».

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Il Monza è una società ambiziosa che punta alla parte sinistra della classifica. È un obiettivo realistico?

«La società ha un potenziale economico notevole e si è rinforzata tanto in questa sessione di mercato. La stessa cosa non si può dire del Torino, che prima ha venduto e solo adesso sta acquistando. Anche per questo la partita sarà il termometro per capire quale strategia sia stata più azzeccata. Tanti volti nuovi possono anche essere un handicap all’inizio, ma nel lungo periodo servono a far capire l’effettivo valore della rosa».

Tra i giocatori a disposizione di Stroppa chi può impensierire maggiormente il Torino?

«Certamente Caprari, e lo ha dimostrato lo scorso anno al Verona. Ha dribbling e velocità, e può creare problemi alla squadra avversaria. Ma sono curioso di capire che scelte farà il tecnico».

Passiamo ai granata: la prestazione in Coppa Italia può fare ben sperare per il prosieguo della stagione?

«Certamente, soprattutto se tutti lavorano per un obiettivo ambizioso che potrebbe essere una posizione che vale un posto in Europa. Il Toro non può partire con l’obiettivo di salvarsi e basta. Ha perso un difensore importante come Bremer e un centravanti come Belotti, che ha sempre dato il suo contributo. Adesso bisognerà trovare chi li rimpiazzerà in campo».

Da capitano del passato, è rimasto sorpreso dalla decisione del Gallo?

«La sua scelta è dipesa da come si trovava a Torino. Non è mai stato messo in discussione in tutti questi anni. Mi ha meravigliato il silenzio del giocatore, che continua ancora oggi».

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Contro il Palermo, Radonjic è stato protagonista con un gol, un assist e diverse giocate interessanti. Le piace il serbo?

«Ha qualità. Sabato ha fatto molto bene, ma bisognerà aspettarlo e valutarlo contro squadre di livello più alto. Mi aspetto che contro il Monza replichi quanto fatto vedere in Coppa».

Juric mantiene il silenzio e continua a lavorare con il gruppo. Ha fiducia nel tecnico croato anche per questa stagione?

«Lo scorso anno è partito bene, si è un po’ perso nella parte centrale del campionato, ma il bilancio è positivo. Questo campionato sarà la cartina al tornasole per capire effettivamente di che pasta è fatto».

A proposito, cosa si aspetta dal mercato da qui al 31 agosto?

«Spero che, anche all’ultimo momento, come in passato, Cairo faccia gli acquisti giusti senza sbagliare. I soldi di Bremer vano investiti in difesa per acquistare il sostituto del brasiliano, oltre che negli altri reparti. In mezzo ci saranno 3 partite di campionato che diranno qualcosa in più sulle esigenze della squadra granata».

La piazza è disillusa, si fida solo di Juric e poco di Cairo. Secondo lei ci sono spiragli per ricucire lo strappo con la società?

«Il recupero di un rapporto passa anche dalla gestione di situazioni come quelle di Belotti e Bremer. Almeno la metà dei soldi incassati per il difensore dovrà essere impiegata per aumentare il livello di competitività della squadra. I tifosi non vedono in Cairo la volontà di investire per migliorare il Torino. Il patron ha ancora tempo per recuperare, ma i risultati saranno determinanti».

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In attacco Juric può contare su Sanabria e Pellegri: il reparto è al completo o manca ancora qualcosa?

«Sanabria è un buon giocatore, segna poco ma sa fare tutto e può risolvere i problemi del Toro per il dopo Belotti. Pellegri è giovane, ha giocato poco in carriera ma ha buone prospettive. Vedremo in questa stagione».

Realisticamente, a cosa può aspirare in classifica il Torino?

«Sicuramente a una salvezza tranquilla e a una posizione di metà classifica. Non so se riuscirà a insidiare le posizioni che valgono la qualificazione alle Coppe europee. Una previsione più puntuale si potrà fare solo a settembre, dopo la chiusura del mercato».

Sala, il suo pronostico per Monza-Torino.

«Tiferò per entrambe e dico pari, magari con tanti gol che facciano divertire il pubblico. Vedremo alla fine del campionato a chi servirà di più questo punto».

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