Mondiali Qatar, Infantino: “I migliori di sempre. Diritti? Viene prima chi vuole godersi il calcio”. E dice no a Zelensky

Quello del Qatar è “il migliore Mondiale di sempre”. A dirlo è presidente della Fifa Gianni Infantino in una conferenza stampa che si è tenuta oggi prima delle due finali ancora da giocare. Infantino ha definito così il torneo: “Dobbiamo aspettare l’ultimo atto, ma già si può parlare davvero di un grande successo. Credo che bisognerà ricordarsi di tutto questo e tenerlo in mente. Sono venute qui in Qatar persone da tutto il mondo, l’atmosfera è stata fantastica. Il mondo intero ha scoperto il mondo arabo e ha capito che i pregiudizi che c’erano non avevano ragione di essere. E’ probabilmente l’eredità più importanti di questo Mondiale, l’apertura reciproca di due mondi che non si conoscevano. I qatarini hanno aperto le loro porte a tutti e chi è stato qui tornerà al suo Paese e lo potrà raccontare. E’ una mutua comprensione tra popoli. Siamo convinti della forza e del potere del calcio. Più incassi avremo e più potremo destinarli allo sviluppo del calcio in quei Paesi che dipendono da noi”.

Infantino: “Diritti umani? Viene prima la gente che si vuole godere il calcio”

Il presidente della Fifa è tornato anche sul tema delle critiche per il mancato rispetto dei diritti umani in Qatar e sulle polemiche sulla fascia “No one” vietata ai capitani. Infantino è stato invece molto deciso nel respingere le accuse: “I dibattiti sono bene accetti all’interno della Fifa, dove ci sono diverse culture e diversi modi di vedere le cose, perché la Fifa rappresenta 211 Paesi e ne è orgogliosa. Noi siamo un’organizzazione globale e dobbiamo unirci, non dividerci. Quando parliamo di regolamento, non si tratta di proibire qualcosa, ma di rispettare appunto il regolamento. Che dice una cosa chiara: sul terreno di gioco si gioca a calcio e lì dentro bisogna rispettare le regole del calcio. Ci sono tifosi che vanno allo stadio e un miliardo di persone che guardano il Mondiale sugli schermi. Dobbiamo pensare a loro. Ognuno di noi ha i suoi problemi, ma deve potersi godere lo spettacolo senza pensare ad altro. Durante quei 90 minuti le persone possono lasciare da parte i loro problemi e pensare solo alla partita . Poi, fuori dal campo, ognuno è libero di esprimere  le proprie opinioni”.

“Vittime sul lavoro nei cantieri? Cifre non reali”

Infantino ha parlato anche delle vittime sul lavoro avvenute nei cantieri allestiti per il Mondiale: “Io credo che ogni vittima sul lavoro sia una vittima per tutti. E’ una tragedia non solo per i familiari, ma per tutti noi. Credo anche che per tutte queste ragioni e per il rispetto della verità sia necessario essere molto precisi quando si tratta questo argomento. La differenza nelle cifre comunicate, 3 vittime contro 400, è troppo stridente. Tre sono le persone cadute nella costruzione degli stadi, 400 negli altri cantieri. I diritti dei lavoratori ci stanno molto a cuore. Stiamo per concretizzare un accordo specifico con l’Organizzazione mondiale del lavoro, il Mondiale ha captato l’attenzione sulla questione”. 

Il Nepal chiede risarcimenti ai lavoratori morti e non pagati

Numerose organizzazioni nepalesi hanno intanto firmato una lettera aperta al dirigente svizzero. Nella lettera si chiede ad Infantino di intervenire per fare in modo che siano risarciti i lavoratori nepalesi impegnati nella costruzione degli stadi in Qatar. Lavoratori mai pagati. Stesso trattamento anche per le famiglie degli operai morti nei cantieri. Nella missiva si evidenzia come i lavoratori nepalesi rientrati in patria non possano accedere a un fondo di compensazione istituito dal Qatar nel 2018 per rimborsare i salari non pagati, e come le famiglie delle vittime del lavoro non possano ricevere un risarcimento se la causa della morte del loro parente non viene accertata. “C’è un enorme pericolo che quando verrà fischiato il fischio finale della Coppa del Mondo, il sacrificio di così tanti lavoratori migranti venga dimenticato e le loro richieste di giustizia e risarcimento ignorate. Se la Fifa vuole mostrare rispetto verso le persone che hanno reso possibile questo torneo, Gianni Infantino dovrebbe garantire che i lavoratori e le loro famiglie siano ricompensati. Le loro richieste non devono più essere respinte”, ha affermato Nirajan Thapaliya, direttore di AI Nepal. Circa 400mila lavoratori nepalesi sono stati impiegati in vari settori in Qatar e hanno anche svolto un ruolo fondamentale nella costruzione delle infrastrutture necessarie per ospitare la Coppa del Mondo 2022. A dirlo è Amnesty International Nepal. 

Zelensky chiede un messaggio di pace prima della finale, la Fifa dice no

E mentre Infantino parla, arriva la notizia che la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di condividere un messaggio di pace nel mondo prima del calcio d’inizio della finale dei Mondiali domenica, è stata respinta dalla Fifa. Lo ha riferito una fonte alla Cnn. Zelensky aveva proposto alla Fifa un collegamento video del presidente ucraino prima della partita tra Argentina e Francia. Quanto richiesto è stato però respinto. L’Ucraina ha commentato di esserne rimasto sorpresa. La fonte ha detto: “Pensavamo che la Fifa volesse usare la sua piattaforma per il bene superiore”. Sempre stando a questa fonte però, non è detta l’ultima parola. I colloqui tra Ucraina e la Fifa sarebbero infatti ancora in corso. 

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