“Miretti da nazionale, che eleganza De Winter”: i baby Juve raccontati da chi li ha allenati

Bonatti, ex allenatore delle giovanili bianconere ora alla Triestina: “Soulé ha talento e una capacità di adattamento fantastica. Ma è dura emergere, in Primavera aumentano i fuoriquota e le squadre”

Chiara Zucchelli

13 luglio – Milano

Se lasci la Juventus, per quanto settore giovanile, per andare alla Triestina, vuol dire una cosa, anzi due: che hai voglia di metterti alla prova con un nuovo progetto, anche se agli inizi, e che non hai paura di fare il salto. Andrea Bonatti è un allenatore esperto in campo e giovane fuori (deve ancora compiere 34 anni) e per questo si sa ben calibrare tra l’entusiasmo dei ragazzi (“hanno bisogno di giocare, sempre”) e la consapevolezza che c’è bisogno anche di un po’ di maturità. Per questo, oltre a parlare della Triestina (serie C), e di quello che lo aspetta nella prossima stagione, parla volentieri anche dei giovani che ha allenato nel settore giovanile della Juventus.

Anche qui, con equilibrio: con tanti big che stanno arrivando a Torino c’è ancora spazio per i ragazzi?

“Se valgono sì. È chiaro che la concorrenza è tanta – spiega – ma chi vale prima o poi emerge”.

Facciamo i nomi: Fabio Miretti, quasi 19 anni, fresco di diploma, già sette presenze in prima squadra.

“Bravissimo. Io penso che ci siano degli step, e lui ha già superato i primi. Ha talento ma soprattutto ha grande sicurezza emotiva. Che sia il campo sotto casa, la Youth League o la Serie A ha i suoi punti fermi e sa che farne. Per me, se gli danno fiducia, può arrivare in Nazionale”.

Matias Soulè, argentino.

“Attaccante promettente, ha già esordito anche lui, ha un talento tecnico importante. È chiaro che deve adeguarsi al contesto italiano, ma ha una capacità di adattamento fantastica all’allenamento”.

De Winter, belga, è andato all’Empoli.

“Scelta giusta, parliamo di un ragazzo di un’eleganza incredibile, ha fatto esperienza in più posizioni, ma ha una maturità da grandissimo centrale difensivo”.

La Juve ha la seconda squadra, ma il progetto non è decollato nel calcio italiano.

“Purtroppo è vero, mi rendo conto che fare lo stesso progetto della Juve sua complicato, in Primavera aumentano invece i fuoriquota, le squadre sono sempre più vecchie, non mi sembra ci siano progetti altamente formativi”.

È appena iniziata la sua avventura alla Triestina. Il tifo è caldo, la piazza si aspetta tanto.

“Mi fa piacere, è una sfida affascinante. Mi aspetto che idea di organizzazione e competitività si tramutino in fatti sul campo. Oggettivamente sono contento e anche curioso di vedere dove arriveremo”.

Il presidente Simone Giacomini e il d.g. Giancarlo Romairone hanno un progetto ambizioso.

“Ci siamo trovati subito. C’è voglia di fare bene, di crescere, di puntare in alto. Anche con una qualità di gioco. Procediamo per passi, ma le idee e gli investimenti ci sono”.

Tra i vari arrivi, dalla Roma c’è il portiere 2004 Mastrantonio, considerato uno dei migliori prospetti d’Italia.

“Davide mi piace moltissimo, ma ha 18 anni. Lasciamolo crescere, giocare, sbagliare anche, perché solo così si impara. Nella Triestina c’è la voglia di investire sui ragazzi, qui si prevede che ci siano persone coraggiose che scommettano sul suo talento. Essere giovane porta freschezza, entusiasmo, ma anche mancanza di esperienza, ci vuole equilibrio. Mastrantonio, per, mi sembra un ragazzo sicuro di sé e molto convinto delle sue qualità”.

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