Milan-Napoli, la formazione per la Champions: le scelte di Spalletti

INVIATO A CASTEL VOLTURNOQualcosa è già accaduto, tra le pieghe di una stagione: e a Lecce, sotto voce, per cominciare, Piotr Zielinski se ne è stato a riposo ‘90 su ‘90, perché forse era quello che ne aveva bisogno più degli altri. Ma poi, sempre in Via del Mare, Politano ha potuto rifiatare, lui che fa su e giù sulla fascia destra, ed ha giocato solo otto minuti. E al resto, ha provveduto il tempo: cinque giorni per recuperare possono essere sufficienti, il Verona – che verrà dopo – è una preoccupazione successiva – e quindi Spalletti sa che può orientarsi liberamente, con una pressione meno insistente, perché per vincere lo scudetto gli manca veramente poco. Ma il turnover è relativo, ormai bisogna affidarsi alle certezze: ce ne sono, eccome, e da quelle il Napoli riparte. Da una difesa che davanti a Meret va a memoria, da destra a sinistra sono quelli che si immaginano, Di Lorenzo su una fascia, Rrahmani e Kim in mezzo e Mario Rui in lieve vantaggio su Olivera, perché da quella parte ci starebbe Brahim Diaz che sul breve ha bisogno di ritrovarsi accoppiato con un uomo dal passo simile. Una perplessità, ma piccola-piccola così, è su quella corsia, perché Olivera garantisce per esempio fisicità sulle palle inattive e, se non ci fosse Osimhen, a Spalletti tornerebbe utile avere un corazziere capace di andare a saltare sui calci d’angolo, sulle punizioni, contro una squadra come il Milan che sa attaccare e con parecchi uomini. Osimhen è nelle due fasi, che ci sia o che osservi non è mai la stessa cosa, neppure nella propria area. 

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Rieccoli

Il centrocampo dei sogni di Spalletti ha elasticità, eleganza, padronanza del palleggio, intelligenza nello scappare anche all’indietro, intuito nell’attaccare le linee: è una sorta di mutuo soccorso nel quale chiunque sappia offrirsi al compagno in difficoltà, per accoglierne lo scarico e per orientare la manovra. Zielinski ha avuto la necessità di rimettere a posto le proprie idee, quelle che il tour de force con la Nazionale ha appesantito, e Anguissa di ritrovarle giocando, lui al fianco di Lobotka, perché il centrocampista del Camerun garantisce scelte alternative e coperture indispensabili, sa scivolare all’indietro, allinearsi – se serve, al suo regista, e poi strappare palloni e aria agli avversari, che allarghi il campo o lo allunghi, anche in avanti. 

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