Milan, Kessie diavolo in corpo: con l’Atalanta 50ª stagionale!

MILANO – Lo chiamano “il Presidente” ma dovrebbero battezzarlo “Stachanov”. Perché Frank Kessiè è il vero maratoneta del calcio italiano. Domani sera a Bergamo, sua penultima residenza calcistica, timbrerà il cartellino numero 50 della stagione, record assoluto di casa nostra. E la spiegazione è abbastanza elementare. Perché il Milan ha cominciato presto la sua attività, nell’estate scorsa con i tre preliminari di Europa league, e non si è fatto mancare nulla, né coppa Italia e nemmeno Europa league, inseguita fino alla doppia sfida con il Manchester United. Fino a domenica scorsa ha collezionato la bellezza di 3333 minuti in campo a dimostrazione che ha tirato la carretta per tutti questi mesi, senza nemmeno mancare alle convocazioni della sua nazionale in Costa d’Avorio. Non solo. A leggere il suo contachilometri c’è da restare basiti perché il Presidente ha percorso una media di 11,3 km a partita che non sono certamente pochi per un centrocampista del suo rango, posizionato con il nuovo sistema di gioco, in modo da fare da perno essenziale del gioco e da scudo protettivo della difesa.

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Il pilastro

Al suo debutto a San Siro, giocando da mezz’ala classica, come l’aveva schierato Gattuso, non ha mai stregato l’occhio come invece gli è successo nella versione del Milan di Pioli. È vero: si è capito subito che in coppia con Bakayoko, mostrando strepitose affinità elettive, aveva costituito una coppia di fatto, ma un altro sodale l’ha trovato nell’algerino Bennacer per lunghi tratti della stagione. Ha adottato il suo connazionale Meitè sperando che provvedesse a un contributo più significativo di quello ricevuto da gennaio in poi, si è adattato a tutto. Pronto persino a rimpiazzare da difensore centrale -come ai tempi del Cesena- nei giorni complicati degli infortuni in sequenza in quel ruolo.  Se Ibra è stato l’elettro-choc virtuoso per il Milan proveniente dalle 5 pappine nel dicembre 2019 a Bergamo, Kessiè è stato il pilastro di cemento armato su cui Pioli ha costruito il suo Milan capace di guidare la serie A per 21 giornate, non due o tre settimane, un intero girone più le prime due sfide nel ritorno. Della famosa campagna acquisti faraonica di Fassone e Mirabelli (11 acquisti) che prometteva fuoco e fiamme, è rimasto solo lui, l’unica eredità preziosa dopo una spesa di 160 milioni.

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