Milan, è una beffa pazzesca: l’Atletico vince su rigore (che non c’è) al 97′!

K.o. immeritato per i rossoneri, che dopo il gol di Leao crollano nel finale sotto i colpi di Griezmann e il penalty di Suarez. Decisiva l’espulsione di Kessie dopo mezzora

Ovviamente aveva ragione Pioli: a questi livelli la differenza la fanno i dettagli. Nel caso specifico un paio di marcature imperfette – Florenzi e Romagnoli – sul primo gol e, dettaglio non richiesto, l’errore decisivo dell’arbitro turco Cakir che in pieno recupero assegna frettolosamente all’Atletico Madrid un rigore che non c’era, senza ritenere opportuno di rivederlo al Var.

Il Milan viene così condannato alla beffa più rovente considerando il punto a cui era arrivato il cronometro, lo stoicismo con cui i rossoneri avevano protetto il gol di vantaggio e le decisioni ampiamente rivedibili del fischietto. Che alla mezzora aveva anche cacciato Kessie con un secondo giallo assolutamente eccessivo. A San Siro, sotto lo sguardo di Gordon Singer, passa così l’Atletico Madrid, che vede le streghe per quasi tutta la partita. Nei primi 45 per merito del Milan, che ha praticamente fatto sparire gli spagnoli dal campo con una grande aggressività e chiarissime idee di gioco. Nella ripresa per demeriti propri, incapace di trovare il varco fino ai minuti finali di fronte a un avversario ormai sulle gambe. Il Milan esce ulteriormente rinforzato nelle proprie convinzioni da questa sfida, ma ora la classifica è molto pesante: le prossime due sfide col Porto saranno decisive.

Le scelte

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Pioli è stato costretto ancora una volta a utilizzare il centravanti d’emergenza, visto che Ibra non è ancora ristabilito (ma, curiosamente, lo è per il c.t. della Svezia) e Giroud non è pronto per partire dall’inizio. E quindi spazio a Rebic che, va detto, in questa prima parte di stagione là davanti ha fatto tutto quello che poteva. Alle sue spalle il consueto tridente Saelemaekers-Diaz-Leao e in mediana turno di riposo per Tonali, con il “vecchio” tandem Bennacer-Kessie. In difesa si è rivisto Calabria e, senza Kjaer, in mezzo sono stati confermati Tomori e Romagnoli. Simeone in mediana ha ritrovato il capobranco Koke, che mancava dalla prima partita del girone col Porto. Accanto a lui Kondogbia con Llorente e Carrasco larghi per un 4-4-2 piuttosto inatteso. Davanti, accanto a Suarez, né Joao Felix né Griezmann, bensì Correa, ovvero i due uomini più prolifici di questo avvio di stagione.

Aggressione

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Che fosse un Milan molto diverso rispetto a Liverpool è apparso chiaro fin dai primi secondi. Spinto dai trentacinquemila di San Siro e dalla volontà ferrea di mettere subito alle corde l’Atletico, il Diavolo si è incollato il pallone ai piedi, l’ha tenuto a lungo e si è installato nella metà campo altrui, permettendo agli spagnoli solo qualche sporadica uscita senza pretese. Una partenza aggressiva, con un pressing feroce e un recupero palla rapido, arricchiti da imbucate precise per cercare la profondità di Rebic e Leao. Come vi suona? Esatto: l’intera filosofia pioliana distillata nella prima mezzora di gioco. Diaz è stato eccezionale nella danza ininterrotta fra le linee, un po’ a mordere i talloni di Kondogbia e un po’ a ricamare gioco. Brahim ha fatto ammattire mezzo Atletico spostandosi su tutta l’ampiezza e aprendo varchi continui ai compagni. E’ qui che gli spagnoli sono andati maggiormente in difficoltà, vedendosi sbucare a turno avversari sempre diversi, come in una girandola alla quale non riuscivano a togliere il vento. Diaz, Calabria, Hernandez, Saelemaekers, Rebic, Leao, Tonali: si sono affacciati praticamente tutti dalle parti di Oblak. Per intensità e cattiveria agonistica, un Milan assolutamente “cholista” di fronte a un Atletico macchinoso nel ripartire e lento nel provare ad armare Correa e Suarez. Dopo un quarto d’ora da padroni, i rossoneri hanno iniziato a creare pericoli veri. Prima una discesa di Diaz conclusa con troppo egoismo, poi Brahim ha spedito Rebic a tu per tu con Oblak, che ha messo in angolo di piede con un intervento strepitoso. Il prologo del gol, arrivato un minuto dopo: ancora Diaz sulla trequarti, superati prima Koke, poi Correa e palla a Leao, che ha incrociato di destro sul palo più lontano. Vantaggio strameritato che non ha sfamato il Milan, caparbio nel mantenere la pressione offensiva. L’inerzia si è rotta al 29’, quando Cakir ha mostrato il secondo giallo a Kessie dopo un altro intervento su Llorente. Se il primo era corretto, restano invece grandissimi dubbi sulla seconda decisione, apparsa fuori luogo.

Grandi manovre

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A quel punto lo spartito del match è ovviamente cambiato, ma più nel concetto che nella pratica: l’Atletico si è impossessato del gioco, il Milan si è riorganizzato bene – fuori Rebic, dentro Tonali, Leao centravanti – e ha di nuovo fatto tremare Oblak con una rovesciata da fantacalcio di Leao finita sulla traversa. Cakir ha fischiato un fuorigioco che non c’era, se la palla fosse entrata ci avrebbe pensato il Var. Qualche minuto prima dell’intervallo Simeone ha inserito Joao Felix ed è passato alla difesa a tre. Nel recupero, la prima vera occasione spagnola con Suarez: girata al volo fuori di poco. Così come di un soffio è finito fuori un suo colpo di testa a inizio ripresa. Simeone ovviamente ha utilizzato tutte le opzioni offensive, ovvero De Paul e Griezmann, mentre Pioli ha inserito Ballo-Touré (largo a sinistra) per Diaz e Giroud per Leao. L’Atletico ha proseguito le grandi manovre davanti all’area milanista, accentuate dall’enorme potenziale e dalla superiorità numerica che a un certo punto ha iniziato a farsi sentire nelle gambe rossonere. Pioli è corso ai ripari come ha potuto e come gli ha permesso la panchina: a dieci dalla fine dentro Kalulu e Florenzi, con l’azzurro largo a destra e Calabria interno di centrocampo accanto a Tonali. Ma al 39’ gli spagnoli hanno accorciato: Lodi ha messo in area per Griezmann che ha colpito al volo di sinistro. Rivedibili in questo caso le marcature di Florenzi e Romagnoli. Poi, in pieno recupero, la più atroce delle beffe: rimpallo Lemar-Kalulu in area con tocco di mano del rossonero. Controllo al Var, rigore e gol di Suarez. Così fa veramente tanto, troppo male.

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