Sembra un giorno come tanti, allenamento presto e bye bye in famiglia, e invece è una domenica bestiale. Il Napoli è di nuovo sull’orlo di una crisi di nervi, l’ennesima di una stagione troppo paradossale per non sembrare la scena infinita di un film di fantascienza, ma questa volta De Laurentiis ha scelto una linea completamente diversa per gestire la crisi. La terza dopo quelle che attraverso due pause di campionato hanno portato lentamente, ma inesorabilmente, all’esonero di Rudi Garcia. Al centro sportivo di Castel Volturno, al tramonto del pareggio acciuffato per i capelli (di Ngonge) esattamente come le vittorie contro la Salernitana e il Verona, c’è Walter Mazzarri in tuta a dirigere la seduta. Il presidente, invece, non si vede: è il segnale di una gestione diversa rispetto ai giorni della rivoluzione tecnica francese, aperto però a molte letture nonostante una base comune di partenza. Fondamentale: la panchina di Mazzarri sta andando in frantumi. Domenica è stato confermato e mercoledì guiderà il Napoli nel primo atto degli ottavi di Champions con il Barça, ma una vittoria al Maradona potrebbe non essere sufficiente a evitare l’esonero: un po’ quello che accadde con Ancelotti nel 2019, dopo il successo sul Genk e la qualificazione agli ottavi. A proposito dello stadio: sold-out annunciato. Curve, tribune e un elenco di accrediti che a leggerlo oggi suona un po’ come lo sgambetto cinico degli dei capricciosi del calcio: nel carnet degli ospiti attesi – stilato una vita fa ma più che mai da rivedere e confermare in virtù dei fatti nuovi e imprevedibili -, compare anche Francesco Calzona detto Ciccio, un vecchio amico, il ct della Slovacchia. Ma anche l’uomo che ieri è diventato il candidato più accreditato all’eventuale sostituzione di Mazzarri fino a giugno, dopo essere entrato in punta di piedi, a modo suo, nella mini lista che comprende anche Marco Giampaolo. Per la cronaca, tra i famosi special guest di coppa c’è anche Marek. Hamsik. Amico intimo, leggenda del club con il record di presenze (520), collaboratore tecnico della nazionale slovacca e, destino beffardo, vice di Calzona designato nell’eventualità.
La lista del Napoli per il dopo Mazzarri
De Laurentiis, insomma, sta riflettendo. Attentamente: la nomina di Mazzarri dopo il licenziamento di Garcia non ha prodotto la svolta che auspicava, alla luce dei risultati (15 punti in 12 partite); della classifica (il Napoli è 9°); e del tremendo ritardo dalla zona Champions (-9 dal quarto posto). È preoccupato, arrabbiato, deluso. Ma anche consapevole di non poter più sbagliare: Giampaolo, 56 anni, è stato il primo profilo, il primo dossier finito sulla sua scrivania, e resiste; ma poi è arrivato Calzona, 55 anni, purista del 4-3-3, già vice di Sarri e collaboratore di Spalletti a Napoli, prima di assumere l’incarico di ct della Slovacchia di Lobotka – sponsorizzato da Hamsik -, guidata brillantemente nelle qualificazioni all’Europeo. Sia chiaro: non rifiuterebbe tre mesi di Napoli ma non rinuncerebbe alla coppa con la nazionale. Doppio incarico. E nello staff, se sarà, penserebbe anche al ritorno di Francesco Sinatti, il prof dello scudetto emarginato con Garcia e dimissionario, ora preparatore della Nazionale di Spalletti: la federcalcio, eventualmente, non si opporrebbe.
Napoli, come vice c’è Hamsik
Con loro, da vice, Marek: un totem, un pezzo di cielo azzurro che oggi a Castel Volturno era grigio nonostante una splendida giornata di sole. Mazzarri, dicevamo, ha diretto l’allenamento e poi è andato via. Nessun confronto con la squadra, niente chiacchiere in vista del Barcellona. Inutili, al momento: il Napoli deve vincere, parlare con i risultati. Come una volta. C’era una volta: nove mesi fa, mica una vita.
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