Max garanzia in Champions: quarto 1-0, la “sua” Juve è arrivata. E non prende più gol

Perso Ronaldo e con Dybala infortunato, Allegri ha fatto di necessità virtù: il clean sheet è diventato regola, grazie alla difesa ma anche al muro che il tecnico le ha alzato davanti. In Europa la Juve non iniziava così bene… dall’ultimo Allegri: i numeri di uno specialista delle vittorie di misura

Scusate il ritardo, ma poi neanche tanto. C’è voluto un mese o poco più, con quello che ha significato per la classifica del campionato, ma questa è sicuramente la Juve di Allegri. Non vuol dire che lo sia definitivamente, nel calcio torna tutto in discussione ogni tre giorni. Ma se c’era bisogno di dimostrarlo in pianta stabile e con una certa continuità, più del quarto 1-0 consecutivo era difficile fare. Esteticamente ci sta che Allegri fatichi a rivendicarla con orgoglio come la “sua” Juve, ma nel profitto lo è sicuramente.

BELLO E NO

—  

C’è molto in mezzo sull’asse tra i due uomini che hanno deciso la partita: “È una grande forza vincere anche quando giochi male”, dice alla fine Dejan Kulusevski, autore del gol partita. “Uno a zero è il risultato migliore, il più bello”, ha commentato invece Mattia De Sciglio, che quel pallone glielo ha messo sulla testa. Allegri nel post partita vira dal valutarla come “una bella prestazione”, per poi diventare “una buona prestazione”, poi “una prestazione giusta col risultato ottimo”, per approdare al manifesto: “un bel risultato con la giusta prestazione, l’accoppiata perfetta per arrivare con la giusta rabbia alla partita di domenica”.

SENZA GOL PER QUATTRO

—  

Si fa presto a dire “corto muso”. A San Pietroburgo è stata piuttosto una partita che doveva finire zero a zero, anche per come è stata interpretata e forse voluta. Primo non prenderle, che uno zero a zero sarebbe andato bene comunque per chiudere l’andata del gironcino di Champions. Davanti alla difesa a quattro un muro di fatto a cinque, con Bernardeschi e Chiesa di rinforzo al trio McKennie-Locatelli-Bentancur: nove uomini su dieci in pochi metri (e Morata col suo lavoro ben noto), di fatto dietro la linea della palla. Perché il clean sheet non è solo la coppia Bonucci-De Ligt o il ritrovato Szczesny, è il risultato del lavoro di tutti. E soprattutto ci sono delle certezze difensive da rinsaldare: quattro partite di fila senza subire gol in tutte le competizioni, la Juve non ci riusciva da nove mesi.

DI NECESSITà VIRTù

—  

Quattro successi 1-0: nessuna squadra, segnalano le statistiche Opta, ha vinto più partite della Juventus in questa stagione con questo punteggio tra le formazioni dei cinque grandi campionati europei considerando tutte le competizioni, solo la Real Sociedad ha fatto altrettanto. Ancora più micidiale, e pienamente funzionale al cliché inevitabile, il dato di Prime: delle 198 partite vinte su 282 allenate da Max Allegri sulla panchina della Juve, il 44% sono arrivate con un gol di scarto e il 23% per 1-0. Un’enormità. In queste ultime quattro non c’è definizione migliore dell’aver saputo fare di necessità virtù: perso Ronaldo a inizio stagione, perso anche Dybala (e Morata, appena rientrato), il potenziale offensivo è quello che è. Va spremuto meglio e di più il potenziale ancora inespresso, e il gol di Kulusevski in Russia intanto sblocca qualcosa, ma le partite andavano vinte diversamente: missione compiuta.

SPECIALISTA MAX

—  

È la quarta volta nella propria storia in cui la Juve dopo tre giornate nella coppa più importante non ha ancora preso gol. L’ultima volta? Il 2018-19 con Allegri. La penultima? Il 2016-17 con Allegri. La prima, per la cronaca, nel 2004-05 con Capello. Il gioco sarà molto italiano, ma i risultati sono molto europei: se il livornese è il secondo miglior italiano per qualificazioni agli ottavi dietro Ancelotti, se le ultime due finali di Champions League italiane le ha conquistate lui, la Juve ha un patrimonio da capitalizzare. E lo ha fatto: le prime tre partite stagionali nell’Europa che conta non le vinceva da quel 2018-19. L’ultima stagione con Max. Intanto la Juve ha messo a posto la Champions, per un po’. Il tempo per dedicarsi adesso a sistemare in campionato.

Precedente Il Milan recupera i duri: Pioli può schierare Kessie e Rebic, Ibra scalpita Successivo Il bel sogno spezzato di Gasperson. La felicità di Max: difesa e corto muso