L'Inter costruita da troppe menti

Serie A
L'Inter costruita da troppe menti
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La sosta sarà molto tormentata per De Boer e Spalletti

Dopo la prima giornata e il secondo preliminare di Champions, due allenatori erano attesi alla prova della verità: Frank De Boer, pessimo il suo esordio contro il Chievo, e Luciano Spalletti, eliminato dal Porto con una pesante sconfitta casalinga. Ebbene, la sosta sarà molto tormentata sia per l’olandese sia per il tecnico toscano, avanti di due gol a Cagliari e raggiunto nei minuti finali quando pensava di essere rimasto con la Juve nel gruppo di testa. I giallorossi hanno esibito di nuovo la forza e l’imprevedibilità del tridente formato da Perotti, El Shaarawy e Salah, però i meccanismi non hanno funzionato in difesa, nonostante gli ultimi innesti di Vermaelen, Fazio e Bruno Peres. Quando la sfida si è aperta e Nainggolan e Strootman sono calati, gli assalti del Cagliari hanno mandato in tilt il reparto arretrato della Roma, colpito da Borriello e Sau. A sbagliare il terzo gol ci aveva pensato Dzeko ma questo è un film già visto la stagione scorsa.

L’Inter, davanti ai nuovi padroni cinesi, ha avuto la sua grande occasione contro il Palermo ma le cose non sono andate molto meglio rispetto a Verona: sì, è arrivato un punticino che consentirà ai nerazzurri di non passare la sosta a quota zero, ma i fischi di San Siro sono un brutto biglietto di presentazione per chi ha appena speso più di cento milioni di euro. La sensazione è che De Boer non conosca ancora le caratteristiche dei suoi giocatori e che non abbia deciso su quale percorso tattico puntare: ieri, per esempio, a lungo Eder ha fatto il Candreva (naturalmente in peggio) e nel finale – con l’ex laziale in campo – si è trasformato in Perisic (sostituito), che resta il più grande talento della squadra milanese. L’arrivo di Joao Mario e di Gabigol complicherà ancora di più il lavoro del tecnico olandese, assunto solo l’8 agosto e non certo unico colpevole di questa situazione inaspettata. De Boer, d’altronde, eredita in corsa una squadra costruita da molteplici menti: un pezzo è di Mancini, innanzitutto, un pezzo di Thohir e del ds Ausilio che prima dell’arrivo dei cinesi stavano cercando di rispettare le regole Uefa e un pezzo – quello finale – del gruppo Suning e soprattutto di Kia Joorabchian, il manager internazionale che fa il mercato per il gruppo Suning senza pensare troppo alle reali necessità tecniche dell’Inter. Quando De Boer dovrà dividere la rosa tra campionato ed Europa League la confusione potrebbe aumentare.

Ieri hanno segnato Belotti (tre gol e un rigore sbagliato), Pavoletti (due gol) e Berardi (un gol prima dell’infortunio): il nuovo ct Ventura – auguri e buon lavoro – può sorridere e preparare una Nazionale molto divertente. A Bologna, invece, bisogna rimettersi al lavoro: una cinquina sul groppone a fine agosto non è un bel segnale.

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